Iguazù

Lasciata El Calafate siamo diretti a Iguazù.




Iguazù

Puerto Iguazú è una città di frontiera dell'Argentina, poco distante dai confini con il Brasile e il Paraguay, nei pressi della confluenza del fiume Iguazú nel Paraná. Appartiene alla provincia di Misiones, nel dipartimento di Iguazú, all'estremità nord-orientale del paese. Ha una popolazione di circa 32.000 abitanti.

La città si trova a 18 km dalle celebri Cascate dell'Iguazú, situate nel Parco nazionale dell'Iguazú, e possiede una sviluppata infrastruttura turistica.



L’obelisco che indica il punto d’incontro dei confini di tre stati: Argentina, Brasile e Paraguay.







Parco Nazionale di Iguazù


Questo parco si trova a 18 km da Puerto Iguazù. Qui vi sono le famose cascate, definite una delle sette meraviglie naturali del mondo.

Sono considerate le più impressionanti del mondo e, da più parti, si asserisce che per descriverle occorre usare una sequenza di aggettivi superlativi.

Basta pensare ai suoi numeri per capire a cosa ci troviamo di fronte: quando si parla di cascate di Iguazú si intende un sistema di 275 cascate con altezze che arrivano fino agli 80 metri, che si estende per 2,7 km con una portata d’acqua di 1,9 milioni di metri cubi al secondo.

Sono formate dal fiume che porta lo stesso nome, 19 km prima della sua confluenza nel Rio Alto Paraná e formano un confine naturale tra la Provincia di Misiones in Argentina e lo Stato del Paranà in Brasile.

Si può arrivare alle cascate da tre Paesi: Argentina, Brasile e Paraguay. Le “basi” per la visita sono: Puerto Iguazú in Argentina, Foz do Iguaçu in Brasile e Cuidad del Este in Paraguay. Sia dalla parte Argentina che da quella Brasiliana, si trovano all’interno di due grandi parchi Nazionali: il Parque Nacional do Iguaçu dalla parte brasiliana e il Parque Nacional Iguazù dalla parte Argentina.

 

Il primo europeo a scoprirle fu uno dei conquistadores spagnoli che arrivò qui nel 1542 cercando una via d’acqua per arrivare al Paraguay.

La foresta era abitata dagli indigeni Caigangue e Tupi-Guaranì che già conoscevano bene le cascate e le chiamavano appunto Iguazú che nella loro lingua originale significa “grande acqua”.

Oggi le cascate mantengono il loro nome originale.

Secondo gli indigeni Caigangue, le cascate furono formate per una tragica storia d’amore. La leggenda racconta che furono create dal Dio M’Boy (che era rappresentato in forma di un serpente) che si innamorò della bellissima Naipi, figlia del capo del villaggio. Lei però aveva già un suo amore, un valoroso guerriero di nome Taroba e per sfuggire all’ira del Dio, scapparono in canoa lungo il fiume. Il Dio per vendetta creò le cascate, in cui la canoa cadde e i due innamorati scomparvero per sempre. Sempre secondo la leggenda, Naipi divenne una roccia e il suo amato Taroba un albero che guarda ad essa per l’eternità.










Garganta del Diablo





Lasciata la Gola del Diavolo si riprende il treno e si scende alla stazione Cataratas. Da qui si percorre, a piedi, il circuito superiore. Da qui si vedono innumerevoli cascate, tutte con un proprio nome, come si vede dalla cartina.







Parco Nazionale di Iguazù-Brasile







La Garganta del diablo” (gola del diavolo), nella parte bassa in territorio brasiliano. Si tratta di una gola a forma di U lunga 700 metri e profonda 150. Attraverso una robusta passerella si raggiunge la parte centrale della cascata da dove si ha una visuale mozzafiato del salto dell’acqua che, con i sui 80 metri, risulta il più elevato di tutte le cascate.

 

Il rumore dell’acqua è fortissimo, così come gli spruzzi. Il panorama tutt’intorno è strepitoso, tagliato da numerosi arcobaleni, il fenomeno ottico che tutti conosciamo, ma in questo contesto assume un aspetto particolare.