La basilica di San Salvatore è una delle testimonianze più importanti dell’architettura religiosa longobarda. Nel progetto di re Desiderio, che nel 753 d.C. fondò il monastero dedicandolo a San Salvatore, e più tardi facendovi collocare le spoglie della martire Santa Giulia, la chiesa-mausoleo doveva porsi come uno dei simboli del potere dinastico della monarchia e dei ducati longobardi. Le indagini archeologiche condotte all’interno dell’edificio hanno messo in luce non solo parte delle sue murature originarie, ma anche resti di una domus romana (I-IV secolo d.C.), alcune strutture riferibili alla prima età longobarda (568-650) e le fondazioni di una chiesa più antica, ora parzialmente visibili.

Il campanile fu innalzato intorno al 1300. Nel sec. XIV furono aperte le cappelle nel fianco settentrionale. La facciata fu demolita nel 1466 per costruire, a un livello superiore, il coro delle monache (attualmente annesso alla chiesa di Santa Giulia), il cui piano inferiore funge da atrio di San Salvatore.

L’interno della basilica è diviso in tre navate da colonne di età romana in marmi policromi sormontate da ricchi capitelli; gli archi che le uniscono erano completamente rivestiti da stucchi ornati da motivi vegetali. Gli affreschi sulle pareti, dei quali sopravvivono ampi brani, riproducevano scene dell’infanzia della vita di Cristo e dei martiri le cui reliquie erano custodite nella cripta.

Sulla controfacciata e in una delle cappelle sono visibili affreschi attribuiti a Paolo da Caylina il Giovane; alla base del campanile gli affreschi del Romanino che raffigurano episodi della vita di Sant’Obizio (1525 circa).

Nella parete destra è ricavata una nicchia, affrescata nel sottarco: si tratta di una tomba ad arcosolio, attribuita dalla tradizione alla regina Ansa. La cripta fu costruita forse nel 762-763 e ampliata nel sec. XII per l’elevato numero di reliquie che conteneva.


 

 

 

La lastra con pavone è una scultura in marmo proconnesio (varietà di marmo bianco) databile alla seconda metà dell'VIII secolo e conservata in questa chiesa di San Salvatore, dalla quale proviene.






 

 

La  cappella che si intravvede è rivestita all'esterno e all'interno dal ciclo delle Storie di sant'Obizio dipinte dal Romanino tra il 1526 e il 1527.


 

 

 

Flagellazione di Cristo dipinta sulla parete esterna, un puro omaggio al San Sebastiano del Polittico Averoldi di Tiziano.



Sant'Obizio tra giovane e una monaca, parete di fondo della Cappella



 

 

 

 

 

 

Sant'Obizio presenta la sua famiglia alla Vergine.






 

 

 

 

 

La Cappella con le storie della Vergine e dell'infanzia di Cristo dipinto da Paolo da Caylina il Giovane tra il 1527 e il 1530.















 

 

 

 

 

 

La fuga dall'Egitto di Paolo da Caylina il Giovane







Cripta

 

La cripta di questa chiesa era il luogo di culto più sacro dell'ex monastero di Santa Giulia e fu costruita nella seconda metà dell'VIII secolo per custodire le reliquie di santa Giulia e di altre martiri. Mantenne le sue funzioni liturgiche fino alla soppressione del monastero nel 1797 e da allora cadde in stato d'abbandono. Fu infine recuperata nella seconda metà del XX secolo.





 

 

 

 

 

 

San Michele Arcangelo di Floriano Ferramola