Suzhou

Le sue origini risalgono ad oltre 2000 anni fa e sorge su una ragnatela di corsi d’acqua naturali ed artificiali.

Dall’inizio del VII secolo divenne un luogo strategico con la costruzione del canale imperiale che metteva in comunicazione il nord con il sud della Cina.

A Suzhou nacque l’arte dei giardini cinesi che proprio qui raggiunsero il massimo dello splendore artistico.

Marco Polo decantò questa città nella sua opera Il Milione, evidenziandone le peculiarità; è definita “Venezia d’oriente” gemellata con la nostra Venezia per le analogie che le accomuna.

 

Grazie alla grande rete di canali, il commercio fluviale si sviluppò già nell’antichità. È una città di oltre 10 milioni di abitanti, noi la raggiungiamo verso sera, ma già parecchi chilometri prima dell’arrivo, si nota una grande differenza con il paesaggio precedente: il susseguirsi di grattacieli che sembrano non finire mai, questo in risposta alla grande urbanizzazione degli ultimi anni di moltissime famiglie che raggiungono la campagna per il lavoro, ma preferiscono risiedere in città.







Giardino del maestro delle reti


La fama dei suoi giardini ha origini remote perché questa città fu dimora di personaggi importanti che amavano circondare le loro abitazioni con sontuosi giardini che, ancor oggi, ben conservati e curati, costituiscono una importante risorsa turistica.

il Giardino del Maestro delle Reti: si trova a sud-est della città in un elegante quartiere residenziale, occupa uno spazio di 0,6 ettari, concentrato in uno stagno con attorno piante, piccole rocce, padiglioni e minuscoli ponti in pietra, il tutto sapientemente allestito così da essere considerato un vero gioiello che allieta la vista: è il più piccolo, delicato giardino paesaggistico di tutta la città. È un’elegante struttura sorta per completare la tipica residenza di  un funzionario della dinastia Quing. Un angolo di questo giardino è stato ricostruito al Metropolitan Museum di New York.

 

In questo luogo d’estate si tengono manifestazioni di musica tradizionale.

















La Collina della Tigre

La Collina della Tigre, così denominata grazie ad una leggenda secondo la quale, nei pressi della tomba dell’imperatore He Lu, del regno di Wu, che si trova proprio su questa collina, tre giorni dopo la sepoltura, apparve una tigre bianca per vegliare su di lui. La principale attrazione di questo luogo, costituito da rocce e da terreno friabile, è una pagoda in mattoni realizzata nel 907. A pianta ottagonale, è leggermente inclinata verso ovest perché nel corso degli anni ha subito una serie di cedimenti, dovuti alle intemperie. I sette piani della torre alta 47 metri sono caratterizzati fa finestre lobate. Sorge sulla collina, lungo il percorso per raggiungerla si trova una roccia con una lunga fenditura che la leggenda vuole sia stata procurata proprio dall’imperatore mentre provava la sua spada. Tutta la collina è ricca di vegetazione, ma ai suoi piedi visitiamo il giardino dei 1.000 bonsai, quasi un tempio di queste piccole piante. Ci aggiriamo tra i viali intorno ai quali sono collocate queste affascinanti miniature. È veramente suggestivo osservarle, da quelle più semplici ad altre antiche, complesse e contorte come vere sculture surreali. Anche qui ponti e canali sono parte integrante della natura lussureggiante, punteggiata dalle costruzioni dai caratteristici tetti rossi ricurvi con le falde che risalgono.









il giardino dei 1.000 bonsai
















Navigazione su un canale all’interno della città vecchia.