S. Maria della Neve - Pisogne - Romanino

Sorta alla fine del XV secolo, per volontà del popolo, la chiesa di S. Maria della Neve viene innalzata in contrada della Longo fuori dal paese di Pisogne ai margini della Via Valeriana, unica strada di collegamento tra Brescia e la Valle Camonica. Nasce come sede della Confraternita dei Flagellanti o Disciplini che, tra il 1532 e il 1534, danno incarico a Girolamo Romanino di affrescarla con temi legati alla vita di Cristo. Il pittore bresciano si sovrappone così agli affreschi quattrocenteschi di Pietro da Cemmo, che decoravano anche l'esterno della struttura dove sono ancora in parte visibili. Nella prima metà del XVI secolo vengono costruiti due porticati che la affiancano nel lato nord e nel lato sud. Nel 1588, nell'area meridionale del sito, viene costruito il convento dei frati Agostiniani, qui insediati per volontà di Carlo Borromeo proprio dopo la sua visita pastorale del 1580. Nel 1789 il governo della Serenissima Repubblica di Venezia sopprime il complesso conventuale e lo vende alla famiglia Mercanti che lo cede alla Vicinia pisognese. In questo periodo la chiesa viene utilizzata come magazzino, l'interesse verso il monumento si ha solo nella metà del XIX secolo e i primi interventi di restauro si hanno nel 1878. Decaduta l'istituzione vicinale il convento passa al comune di Pisogne, che nel 1880 lo dona alla Congregazione di Carità per un utilizzo ospedaliero, successivamente diventa una casa di riposo per anziani. La chiesa viene restaurata nel 1939 e poi viene attuato un complesso intervento tra il 1988 e il 1989. In questi anni viene riconosciuta la straordinaria importanza artistica del ciclo romaniniano e inizia un'opera di valorizzazione che consente di godere pienamente di uno dei più importanti cicli pittori cinquecenteschi dell'Italia del nord. (Lombardia BeniCulturali).


Facciata semplice a capanna, di stile romanico, con elegante portale in pietra Simona finemente scolpita (1508). 

Ai lati del portale è rappresentata una Danza macabra (scuola G. P. Cemmo), ora assai sbiadita.

 

La restante decorazione a losanghe conferisce un aspetto quasi rinascimentale all’insieme. 


Nella lunetta affrescata è collocata una piccola statua della Madonna con Bambino in pietra bianca e sopra il rosone un riquadro molto sbiadito della Madonna col Bambino. 


Cappella esterna

Si trova all’esterno della parete di sinistra (lato nord), cinta da cancellata e sorretta su due lati da colonne in pietra simona, con le altre pareti chiuse; fascia decorativa in cotto intorno alle falde del tetto. All’esterno affresco Annunciazione. Alle pareti interne tra i vari lacerti, si impone un vasto affresco della Madonna in trono col Bambino e santi. 


Navata ampia in stile gotico con abside semicircolare, volta a crociera a tre campate divise da archi a sesto acuto. La chiesa risplende per gli affreschi di Gerolamo Rornanino (1532 – 1535) un insieme pittorico di grande suggestione e bellezza che manifesta il Romanino come uno dei maggiori artisti della sua terra e del suo tempo.

 Volta nei pennacchi Profeti e Sibille; sopra le lesene figure di putti. 

 Gli affreschi delle pareti sono disposti in due fasce quella alta in lunetta, quella bassa in riquadro.



La volta


Parete destra partendo dal presbiterio


Prima campata

Ascensione di Gesù - Ingresso in Gerusalemme. 

 


Seconda Campata

Gesù libera i defunti dal limbo - Lavanda dei piedi


Terza campata

Gesù Risorge - Ultima cena


Presbiterio: la volta a crociera è decorata a medaglioni. Parete sterna: Annunciazione, discesa dello Spirito Santo e Gesù deposto nel  sepolcro.


Parete di Sinistra


Prima Campata

Cristo prega nell’orto degli olivi


Seconda Campata

Frammento con Ecce homo - Cena in casa del fariseo

 


Terza Campata

Gesù porta la croce - Gesù davanti a Pilato


Controfacciata

la maestosa Crocefissione domina per intensità e dimensione; alla parete inferiore ai lati della porta: Incoronazione di spine, Flagellazione di Gesù.