Palazzo Broletto
Il Broletto di Brescia è uno dei più significativi palazzi comunali lombardi. Si affaccia su piazza Paolo VI con un complesso di edifici disposti a quadrilatero intorno a due cortili. L'ala maggiormente visibile è quella che fa angolo verso il Duomo Nuovo e corrisponde al palazzo Novum Majus, ancora ben conservato nella sua caratterizzazione romanica, in pietra a vista finemente lavorata, con a piano terra le tipiche aperture a tutto sesto. Nel suo affaccio sulla piazza fuoriesce la loggia delle grida (da questa erano proclamati davanti ai cittadini sentenze e provvedimenti comunali), sorretta dai telamoni accovacciati (scultura maschile, impiegata come sostegno, sinonimo di Atlante ed è il corrispondente maschile delle cariatide) Torre del Pègol (molto probabilmente deriva dalla parola dialettale Pegolot, ossia merciaio/mercante, molto probabilmente in ricordo della presenza in questa piazza del mercato pubblico sin dal 1146/1148, detto mercatum broli, si innalza con forti bugnati e con le merlature aggiunte nel 1830. Il portale occidentale, con le alte colonne romane recuperate dall'antica chiesa di S. Pietro de Dom, si apre sulla lunga facciata in pietra e laterizio dove, nella parte alta, risaltano cinque finestre a trifora. Il prospetto della chiesa di S. Agostino è in laterizio e si mostra nella preziosità delle sue aperture: il portale architravato è decorato da tre elementi lobati, che racchiudono altrettanti stemmi, ed è racchiuso in una cornice a sesto acuto come le due finestre che si affiancano all'ampio rosone. L'elegante loggia malatestiana si apre sul cortile minore con le sue slanciate colonne, che reggono le arcate ogivate e le tipiche nervature delle volte a crociera. Il cortile grande consente di cogliere le stratificazioni dell'intero complesso, di apprezzare la grande fontana a calice e l'ampia Loggia del Capitano, con gli archi a tutto sesto, decorati dai mascheroni nelle serraglie, che richiamano al monumentale portale orientale.
L'origine del Broletto di Brescia va ricondotta al XII secolo, quando viene costruita la possente torre del Pègol. Tra il 1223 e il 1226 viene realizzato il palazzo Novum Majus, ampliato nel 1232 nella sua parte orientale denominata palazzo Novum Minus. Durante la signoria di Bernardo Maggi, a partire dal 1298, vi è un notevole ampliamento del complesso, che nella parte nord ingloba la preesistente chiesa di S. Agostino. In questa zona Pandolfo III Malatesta, tra 1404 e il 1421, nell'apportare notevoli cambiamenti all'intera struttura, innalza la cosiddetta Loggia Malatestiana. Nel 1610 il podestà Giovanni da Lezze fa erigere un monumentale scalone nel lato est e il portale occidentale che si apre su Piazza Paolo VI, entrambi riconducibili all'architetto Giovanbattista Lantana. Per volontà del capitano Andrea da Lezze, viene costruita la loggia nel lato nord del cortile. Tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento una serie di restauri riporta l'intero complesso alla sua conformazione medievale. In particolare va ricordata, nel 1902, la ricostruzione della Loggia delle Grida, grazie all'intervento dell'architetto Luigi Arcioni. Nella Seconda Guerra Mondiale l'area settentrionale e quella orientale vengono colpite e pesantemente mutilate durante i bombardamenti del 14 luglio 1944. La ricostruzione attuata nel dopoguerra non è stata facile e gli ultimi interventi vengono completati nel 2001.