Chiesa di S. Paolo

Ciò che è ancora oggi incerta è la datazione di tale edificio; fin dal secolo X nella zona extraurbana dove oggi sorge la chiesa, era situata una ecclesia: S. Pauli in locus qui dicitur Memoreto, della quale non sappiamo né lo status né l’epoca di fondazione.

Una delle tante ipotesi che sono state avanzate è che l’odierna Chiesa di San Paolo di Pistoia sia stata infatti costruita in sostituzione dell’edificio altomedievale intorno al secolo XII, con lo stesso nome: S. Paolo. In una cartula offertionis del 1136 si cita il nome del terreno sul quale il nuovo complesso era stato edificato: Campo Bernardi, sito donato da Pietro di Marchetto canonico si S. Zenone.

Nel secolo XIII un documento parla di un tentato intervento di ampliamento che, a causa della presenza del secondo cerchio di mura del lato sud, avrebbe determinato una struttura disarmonica e non razionale. Il progetto venne quindi abbandonato sul nascere, solo nel 1291 il Consiglio Generale espresse un parere favorevole circa il taglio delle porzioni di mura che impedivano l’intervento sulla chiesa. E’ certo che dopo l’assedio e la distruzione dell’intera cerchia muraria ad opera dei fiorentini (1306), la chiesa fu ampliata in forme gotiche e ingrandita. Occupava la via delle Cerchie (interna alle ex-mura) ed il fossato esterno riempito. Le tracce più significative della vecchia S. Paolo si ritrovano sul retro dell’edificio nuovo; infatti la struttura venne fortemente modificata: la navata venne trasformata in una grande cappella (aperta sul presbiterio) dotata di propri altari e decorata ad affreschi. Successivamente la Chiesa venne modificata in età barocca, con tale intervento vennero introdotti nuovi altari (oggigiorno il maggiore dei due laterali è uno di questi), i confessionali e una scalinata del presbiterio con la balaustra in pietra serena. Nell’ottocento l’arredo seicentesco venne stravolto introducendo nella struttura lo stile neogotico (allora in voga): tutti gli altari (eccetto tre) vennero rimossi; furono modificate le volte dell’abside ed i bracci del transetto; il coro, le cappelle del Rosario e del Crocifisso  vennero ridotte; alcune finestre furono murate ed infine l’organo e la cantoria furono fatti spostare.

 

Nella notte di Natale del 1895 scoppiò un incendio che compromise la copertura lignea; questo fu un ulteriore tassello della storia travagliata della Chiesa di San Paolo: edificio che oggigiorno non ha più niente dell’originale. Ciò che è giunto ai nostri tempi è il disegno seicentesco tradizionalmente assegnato a Gianlorenzo Bernini anche se nessuna documentazione certifica tale attribuzione. Fu riaperta al culto, dopo ingenti lavori di ristrutturazione, alla mezzanotte del 31 Dicembre 1900. 


L’elemento che domina sulla facciata è la statua del Santo situata sul fronte del portale cuspidato in marmo bianco, esempio di sopravvivenza della tradizione policroma pistoiese. Molto interessanti sono gli affreschi che adornano la navata, ciascuno appartenente a epoche diverse, fra i quali la Madonna dell’Umiltà  di Antonio Vite; la Sacra Conversazione di Fra’ Paolino; Cristo in Gloria e San Gaetano da Thiene  DI Paolo de Matteis (allievo di Luca Giordano).Per quanto concerne gli interventi moderni, molto importanti sono le 4 vetrate policrome dall’artista pistoiese Umberto Buscioni recentemente installate: ciascuna rappresenta le quattro parti del giorno: l’alba, il mattino, il pomeriggio e la notte; e su ognuna di queste vi è riportato un fiore mistico che richiama le virtù della vergine Maria. La scelta del tema per le vetrate è da mettere in relazione con le quattro fasce orarie durante le quali si svolge  l’Adorazione Eucaristica Perpetua, nella quale i fedeli si avvicendano in preghiera giorno e notte senza interruzione per tutto l’anno. Sempre a Bruscioni si deve la realizzazione della vetrata post-absidale raffigurante la scena della Conversione di Paolo.


Al di sotto del portale vi sono arcature cieche che racchiudono arche sepolcrali, le quali continuano anche sul lato destro dell’edificio.  La cuspide (ornata con un falso rosone) sta sopra una bassa loggia architravata la quale sormonta una seconda loggia su archi polilobati.