Basilica di S. Giustina

È uno degli esemplari più grandiosi e geniali, in stile del tardo Rinascimento, della grande architettura imperiale romana. Nelle varie campate della navata e delle crociere si ripete un unico motivo: una cupola,  insiste mediante pennacchi su un quadrato di quattro arconi a tutto sesto, i quali si scaricano sui sostegni verticali.

 

Un apporto prettamente veneto è dato alla chiesa dalla molteplicità delle cupole esterne. Un influsso bramantesco permane, forse derivante dal primo progetto del 1501, nelle finestre delle absidi e nei grandi occhi delle navate e della crociera. 




È uno degli esemplari più grandiosi e geniali, in stile del tardo Rinascimento, della grande architettura imperiale romana. Nelle varie campate della navata e delle crociere si ripete un unico motivo: una cupola,  insiste mediante pennacchi su un quadrato di quattro arconi a tutto sesto, i quali si scaricano sui sostegni verticali. Un apporto prettamente veneto è dato alla chiesa dalla molteplicità delle cupole esterne. Un influsso bramantesco permane, forse derivante dal primo progetto del 1501, nelle finestre delle absidi e nei grandi occhi delle navate e della crociera. 




l martirio di Santa Giustina di Paolo Veronese


La Cappella di S. Placido Martire

 

Analogo all'altare di san Mauro, l'ancona ospita la bella pala di Luca Giordano, il martirio di San Placido e dei suoi compagni, del 1676. Raffinata la decorazione dei Corbarelli alla base dell'ancona.


Cappella di san Daniele Levita

Sulla complessa ancona dell'altare, dall'architettura barocca giocata sulle cromie del marmo bianco e nero di Genova, sta la pala raffigurante San Mauro abate invocato dagli infermi (1673) di Valentin Lefebvre. Il prospetto della mensa è tutto decorato con marmo verde, marmi di Genova, marmo rosso di Francia.


Cappella di S. Mauro Abate

Analogo all'altare di san Mauro, l'ancona ospita la bella pala di Luca Giordano, il martirio di San Placido e dei suoi compagni, del 1676. Raffinata la decorazione dei Corbarelli alla base dell'ancona.


La Cappella di San Giuliano

L'altare progettato da Alessandro Termignon conserva il corpo di san Giuliano Martire. Il resto delle decorazione scultorea, tra cui le belle statue dei santi Andrea e Matteo, appartiene a Bernardo Falcone.


La cappella di Santa Felicita

 

 

La cappella ospita il monumentale altare sovrastato dall'urna contenente le spoglie di santa Felicita monaca, rinvenute nel 1502 nel sacello di san Prosdocimo. L'opera scultorea è in parte di Orazio Marinali e gioca sulle cromie del marmo bianco e del marmo rosso di Francia. La statua raffigurante la Santa orante è posta sopra l'urna, mentre ai lati stanno due angeli ed i santi Marco e Simone. Il prospetto della mensa è raffinatissimo ed è decorato a rimesso dai Corbarelli: tra fontane, giardini e siepi spicca la raffigurazione della incompiuta facciata della basilica.


Cappella di S. Luca Evangelista

Il grande spazio, che soffre degli adattamenti liturgici attuati negli anni del Concilio Vaticano II, ruota attorno all'arca che ospita le reliquie di san Luca Evangelista, stupenda opera di scuola pisano-veneta del 1313, commissionata dall'abate Gualpertino Mussato e qui trasportata dalla vecchia cappella gotica nel 1562. L'arca è composta in marmo serpentino e marmo veronese ed è arricchita da otto riquadri in alabastro scolpiti ad altorilievo raffiguranti angeli e simbologie legate al santo, pure raffigurato intento alla scrittura. Il tutto poggia su due colonne di granito e due colonne tortili d'alabastro mentre al centro è posto un sostegno in marmo greco, raffigurante angeli che come cariatidi, supportano l'arca. L'altare, ora spostato, ma un tempo poggiante verso l'arca, è del XVI secolo. Tutto intorno percorre un moderno e discutibile coro ligneo. In alto è posta una copia cinquecentesca - attribuita ad Alessandro Bonvicino - della Madonna costantinopolitana o Salus Populi Patavini incorniciata e sostenuta da angeli in bronzo di Amleto Sartori, lavori del 1960-1961. L'icona originale bizantina, secondo la tradizione dipinta da san Luca e portata a Padova al salvo dalla furia iconoclasta di Costantinopoli, si trova oggi all'interno di una teca, nel monastero.




La strage degli Innocenti di Sebastiano Galvano, opera firmata e collocabile alla metà del Cinquecento, proveniente dalla chiesa di San Benedetto Novello.


Martirio dei Santi Cosma e Damiano


Martirio dei Santi Cosma e Damiano


L’Altare del SS. Sacramento

L'architettura inferiore della cappella è ricoperta ed impreziosita cromaticamente da diversi marmi, mentre la volta è affrescata con la splendida raffigurazione de Angeli ed Apostoli adorano il Santissimo Sacramento,  di Sebastiano Ricci compiuto verso il 1700 e caratterizzato dall'uso del trompe-l'œil. Il catino è occupato dalla raffigurazione del Padre Eterno, preceduto dagli Apostoli, raffigurati come se posti sulla sommità delle pareti della cappella, tendenti ed adoranti verso il Santissimo Sacramento portato in trionfo da una turba angelica.



Cappella della Pietà

La cappella è il capolavoro di Filippo Parodi che la compì entro il 1689. L'artista genovese si occupò del progetto architettonico, decorativo e scultoreo, definendo così uno spazio carico di pathos, che ruota attorno allo straordinario gruppo scultoreo della Pietà. Tutta l'architettura della cappella è elegantemente ricoperta di marmi a contrasto con la volta, adornata da una turba angelica plasmata a stucco. Al centro sta l'altare, la cui severa mensa in marmo bianco di Carrara e bronzo - ad evocare i sepolcreti d'età classica - è attorniata da una bassa ancona su cui è posta la Pietà e distaccate, ma dialoganti, due statue raffiguranti san Giovanni e la Maddalena. La rigidità dell'architettura contrasta con il movimento del gruppo sull'altare pensato come un Golgota colpito da una folata di vento. La Vergine scopre il corpo del Cristo morto tra un virtuosismo dei panneggi reso in maniera magistrale dal Parodi. Un putto mostra gli strumenti della Passione. San Giovanni dialoga con lo spettatore mostrando con gesto maestoso la tragica scena, mentre la Maddalena contempla rapita la magnifica mano perforata di Gesù. Sopra, domina la croce avvolta dalle stoffe usate per la calata del corpo del Redentore. La carica emozionale del gruppo, di chiara derivazione berniniana, è accentuata dalla luce calda che penetra dal grande oculo aperto sempre su progetto di Filippo Parodi. 


Cappella di S. Massimo di Padova

L'altare ospita l'arca contenente i resti del secondo vescovo di Padova, san Massimo. Il gruppo sopra l'arca è gli angeli che reggono le insegne vescovili con il san Giacomo sono lavoro di Michele Fabris (1681), mentre il solo san Bartolomeo è frutto dello scalpello di Bernardo Falcone (1682). Il paliotto è preziosissima opera dei Corbarelli, rifinito con preziosi e madreperla.


Cappella di Sant’Urio

L'arca posta in cima all'altare (1682) contiene le spoglie di sant'Urio prete, custode della chiesa dei Santi Apostoli in Costantinopoli. Questi salvò le reliquie di san Luca, san Mattia e l'icona raffigurante la Vergine dalla furia iconoclasta trasportando tutto sino a Patavium. La statua di sant'Urio, i magnifici angeli ed i santi Tommaso e Taddeo sono di Bernardo Falcone. Il prospetto della mensa è lavoro dei Corbarelli.


Cappella dei SS: Innocenti

La cappella, verso gli anni '40 del Seicento, fu utilizzata per la custodia del Santissimo Sacramento. Successivamente venne costruito l'altare (1675) con la teca per le reliquie dei santi Innocenti - i resti di tre vittime di Erode -. La Santa Rachele affranta è di Giovanni Comin (1690) mentre i due santi Giacomo il minore e Giovanni sono forse opera di Michele Fabris. Prezioso il paliotto dei Corbarelli. Dietro l'altare si custodisce la vecchia arca di Giovanni Francesco de Surdis, lavoro in marmo greco del 1562, decorata da finissimi bassorilievi raffiguranti le storie della Natività.


Cappella di S. Benedetto Abate

La pala d'altare San Benedetto accoglie i Santi Placido e Mauro è di Jacopo Palma il Giovane. L'architettura dell'ancona è mossa da marmo nero e bianco di Genova. La mensa è decorata finemente dai Corbarelli


Cappella di Santa Scolastica

Le colonne che reggono l'ancona dell'altare sono di marmo di Salò. La pala della morte di Santa Scolastica è di Luca Giordano (1674). Preziosa la decorazione marmorea della mensa.


Cappella San Gerardo Sagredo

La pala è opera (1674) di Johann Carl Loth e raffigura il martirio di san Gerardo Sagredo.


Cappella di Santa Geltrude

La pala L'estasi di Santa Gertrude è lavoro di Pietro Liberi (1678-1679). Finissima la decorazione dei Corbarelli sui parapetti della mensa.


Conversione di san Paolo  Veronese