Il Duomo

In Parma si ergono le massime espressioni artistico-religiose della città con la Cattedrale dedicata all'Assunta, tra gli edifici romanico-padani più rappresentativi del periodo, iniziata verso il 1059 e consacrata nel 1106; il Battistero, edificio simbolo del trapasso dal tardo romanico al gotico, rivestito di marmo rosa di Verona, iniziato nel 1196 e portato a compimento nel 1307 ed il Vescovado, risalente al XI-XII secolo.



Cattedrale dedicata all'Assunta


La facciata è a capanna, con paramento murario in blocchi di pietra squadrati. La parte inferiore è liscia, priva di decorazioni; qui si aprono i tre portali: i due laterali più piccoli, quello centrale più grande, ciascuno dei quali è leggermente strombato ed è sormontato da una lunetta chiusa a vetrate. Il portale centrale[, a differenza degli altri due, è preceduto da un protiro, opera di Giambono di Bissone (1281), con arco a tutto sesto, poggiante su due colonne corinzie ognuna delle quali a sua volta sorretta da un leone stiloforo. Il protiro termina con una loggia con copertura a doppio spiovente volta a botte, il cui archivolto è decorato con motivi ad archetti; la copertura è sorretta da una colonnina corinzia per lato. I battenti del portale centrale, finemente scolpiti a rilievo, sono opera di Luchino Bianchino (1491). Unico elemento di decorazione della parte inferiore della facciata è la lastra tombale del matematico Biagio Pelacani, scolpita nel 1416 e situata alla destra del portale centrale.

 

Nella parte superiore della facciata, si aprono due logge, disposte su livelli differenti. La loggia inferiore, al livello del secondo piano del protiro, è costituita da quattro trifore con archetti poggianti su colonnine, due a destra e due a sinistra. La loggia superiore ha il medesimo schema di quella inferiore, ma è meno alta. Al centro, sopra il protiro, si apre una grande monofora con arco a tutto sesto, che dà luce all'interno. La terza loggia segue l'andamento dei due spioventi del tetto ed è costituita da monofore sorrette anch'esse da colonnine.


La Cattedrale fu edificata a partire dal 1074 dal Vescovo Conte Guibodo a seguito del terribile incendio che distrusse la precedente basilica paleocristiana.

Qui l’essenzialità della scultura romanica convive con lo sfarzo della pittura rinascimentale.

E’ in stile romanico, con la facciata a capanna, tipica anche delle chiese di altre città del settentrione d'Italia.

 

Nel giugno 1834 papa Gregorio XVI l'ha elevata al rango di basilica minore. All’interno il Duomo presenta una struttura a tre navate e un transetto con cappelle laterali terminate da absidi. La decorazione interna presenta pezzi scultorei di notevole interesse, mentre nel transetto, è murata la Deposizione dell’Antelami.






Il Ciborio

Il ciborio di Alberto di Moffeolo, che lo realizzò tra il 1486 e il 1488 in marmo bianco con, al centro, il tabernacolo affiancato da due angeli e, ai lati, entro nicchie, statue di santi e, in alto, entro un'apposita nicchia la statua di Cristo Risorto. Il ciborio è inserito all'interno dell'ancona barocca in legno scolpito e dorato, progettata nel 1766 da Antonio Ghidetti e costituita da un coronamento a semicupola poggiante su colonne tortili con capitelli corinzi.


Il Cristo in gloria dell’abside

Questo affresco dipinto da Gerolamo Mazzola Bedoli, restituisce in immagini l’intensità del mistero eucaristico e domina dall’abside l’intera cattedrale.

 

Al centro della rappresentazione è il Cristo, che mostrando ancora i segni del proprio sacrificio, ascende al cielo tra un tripudio di angeli e santi. La scena è dominata da un’intensa luce celeste e vede raccolti in un’unica composizione i simboli della passione, accompagnando il fedele in un cammino spirituale che procede dalla sofferenza terrena alla gloria divina.




IL CICLO AFFRESCATO DI LATTANZIO GAMBARA

Un imponente ciclo affrescato che accompagna il cammino del fedele lungo tutta la navata centrale: è il racconto dipinto della Vita di Cristo e da episodi tratti dal Vecchio Testamento.

 

Sia la parete di destra, sia la parete di sinistra sono completamente occupate da affreschi, che seguono una precisa organizzazione tematica. Nei quadri sono raffigurati episodi del Nuovo Testamento, nei sovrarchi si trovano immagini tratte dal Vangelo, mentre nelle lunette sono riportate raffigurazioni di personaggi allegorici. Con questa imponente opera Lattanzio Gambara testimonia la propria formazione presso i Campi, ma anche l’influsso della pittura di Giulio Romano.












L'altare maggiore

L'altare maggiore, montato sopra una base formata da due gradini bronzei sui quali sono incisi passi del Vangelo in varie lingue, è un'antica arca del XII-XIII secolo contenente le reliquie dei santi martiri Abdon e Sennen, Nicomede di Roma, Ercolano di Perugia e Pudenziana. I quattro lati sono decorati da bassorilievi: sui lati anteriore e posteriore, dieci dei dodici Apostoli, sul lato di destra i Santi Abdon e Sennen e, sul lato di sinistra, entro una mandorla, il Redentore benedicente, affiancato dai simboli dei quattro Evangelisti.


Deposizione dell’Antelami

È la prima grande opera nota di Benedetto Antelami, ma anche un capolavoro d’arte gotica. Faceva parte dell’ambone, luogo dal quale un tempo veniva proclamata la Parola di Dio.

 

Volendo osservare con attenzione la composizione ci si rende conto della modernità e dell’umanità che l’autore è riuscito a scolpire nel marmo. La scena ha un forte impatto drammatico: al centro vi è il Cristo, il cui corpo ormai inerme è sostenuto da Giovanni. Alla sinistra della Croce vi sono i centurioni, intenti a giocarsi a dadi le vesti del figlio di Dio. Personalissimo lo stile dell’Antelami, che pur realizzando quest’opera nel 1178 anticipa con notevole lungimiranza alcuni elementi della scultura gotica.


Pulpito opera di Paolo Froni (1613)