Cordova - Moschea/Cattedrale Mezquita



La Moschea – Cattedrale (detta anche Mezquita), oggi cattedrale dell'Immacolata Concezione di Maria Santissima in Cordova, è una delle principali espressioni dell'arte arabo-islamica e dell'architettura gotica e rinascimentale dell'Andalusia. La costruzione sorge sul sito in cui si ergeva l'antica chiesa visigotica di San Vincenzo, non lontana dal Guadalquivir. Gli scavi archeologici diretti dall’architetto Félix Hernández nel 1930 confermarono l’esistenza nel sottosuolo della Moschea-Cattedrale di un complesso episcopale databile tra il secolo IV e VI. Furono portati alla luce i resti archeologici della basilica visigota dedicata a San Vincenzo Martire, della sede episcopale e del seminario. 

 

Quando i musulmani occuparono Cordova nel 756 la chiesa fu inizialmente suddivisa e utilizzata contemporaneamente da musulmani e cristiani. Successivamente l'emiro ʿAbd al-Raḥmān I fece demolire la chiesa cristiana e intraprese la costruzione della grande moschea. La Moschea fu ingrandita più volte dai successori di ʿAbd al-Raḥmān I, finendo per coprire 23.000 m² e diventare la più grande moschea del tempo e seconda solo dopo l'edificazione di quella di Sāmarrāʾ (antica città dell’Iraq), capitale abbaside pro tempore.

 

Quando Cordova fu riconquistata dai cristiani di Ferdinando III di Castiglia, nel 1236, la moschea fu convertita in Cattedrale e dedicata a Maria Assunta. L'apertura tra il cortile e la sala di preghiera fu murata, conservando una sola porta d'entrata (la Puerta de las Palmas, che nel 1531 fu arrricchita da alcune statue che ricordano la particolare dedicazione della chiesa). Inoltre vennero abbattute alcune file di colonne per lasciar libero lo spazio per la Cappella Reale (1371), decorata con stucchi mudéjar. Nel XVI secolo il clero di Cordova decise di dotare la città di un edificio molto più sontuoso e alla moda del tempo. Il progetto consisteva nella demolizione di una parte importante del centro dell'edificio, rompendo la prospettiva della foresta di colonne, e l'inserimento al suo posto di una cattedrale cristiana (il Crucero). Il progetto fu inizialmente contrastato e oggetto di forti polemiche e soltanto dopo l'intercessione dell'imperatore Carlo V ne fu avviata la costruzione. I lavori durarono dal 1523 al 1599, e comportarono la realizzazione di una navata in stile plateresco, ben più alta del resto della struttura e sormontata da una cupola dalla sezione ovale. Il risultato è una architettura riccamente decorata che fonde gli stili gotico, rinascimentale e barocco, ma che può far rimpiangere la perduta unitarietà dell'originaria costruzione arabo-islamica.





Il Patio de los Naranjos fu il centro della vita islamica durante l'Emirato e il Califfato di Cordova. Lungo questo spazio aperto fiancheggiato da varie gallerie e portici, si tenevano lezioni, processi e si risolvevano questioni amministrative.

 

Nel Patio de los Naranjos non sempre ci sono stati aranci: Fu solo nel XVIII secolo che questi alberi furono piantati nel cortile principale della moschea. Fino a quel momento, il cortile aveva avuto palme e, più tardi, ulivi e cipressi. Attualmente ha 98 aranci.



La Moschea-Cattedrale di Cordova, dichiarata Patrimonio dell'Umanità dall'Unesco nel 1984, è il monumento più visitato della città califfale grazie al suo minareto, al Patio de los Naranjos e alla sala della preghiera, con più di 1.300 colonne di marmo.

Della sala della preghiera, la parte più affascinante è il bosco di colonne che è formato da varie navate composte da colonne e archi a ferro di cavallo bicolori. 














La Mezquila







Mihrab
















Cappella Mayor

La costruzione della capilla Mayor, all'interno della quale si trova l'altare maggiore della cattedrale, iniziò nel 1547. Quest’ultimo è realizzato in marmo e bronzo il  cui corpo principale è composto da tre strade delineate da quattro colonne con capitelli compositi e un ordine superiore in cui la parte centrale è più alta di quelle laterali e conclusa da un timpano arcuato interrotto con sculture al centro.

 

Il tabernacolo, collocato nella nicchia centrale a tutto sesto dell’ordine inferiore, è affiancato dalle tele dei Santi Acisclo e Vittoria. Nel registro superiore, al centro è collocata la tela raffigurante l'Assunta affiancata dalle tele dei Santi Martiri Eulogio o Pelagio y Flora e Digna coronate dalle effigi della Giustizia e Speranza che reggono una ghirlanda, opere dello scultore Pedro Freile de Guevara, autore anche degli altri ornamenti scultorei dell’altare tra i quali le Allegoria della Religione e dell'Abbondanza.