Piazza della Signoria


Piazza della Signoria è stata al centro della vita politica di Firenze fin dal XIV secolo. La Piazza ha visto realizzarsi importanti eventi storici e grandi trionfi, come il ritorno dei Medici nel 1530. Nel 1497 fu qui organizzato il Falò delle Vanità promosso dal frate domenicano Girolamo Savonarola, che fece bruciare nella piazza migliaia di oggetti da lui ritenuti "peccaminosi", tra cui libri e dipinti. Solo un anno più tardi il Savonarola fu accusato di eresia e fu bruciato sul rogo nella stessa Piazza della Signoria, come ci ricorda una targa in marmo posizionata di fronte alla fontana del Nettuno.


Palazzo Vecchio

Il palazzo fu progettato per ospitare i Priori e il Gonfaloniere di Giustizia (poi spostato al Palazzo del Bargello), supremo organo di governo della città, fu eretto sulle rovine di un palazzo appartenuto alla famiglia ghibellina degli Uberti, cacciata dalla città nel 1266 per la sua posizione politica e ricordata da Dante Alighieri nella Divina Commedia.

La storica contrapposizione fra guelfi e ghibellini, che infiammò la politica fiorentina ai tempi di Dante, è presente anche in elementi architettonici del palazzo: il ballatoio ha una merlatura chiamata “guelfa” cioè squadrata, mentre la torre ha una merlatura “ghibellina”, a coda di rondine. La magnificenza di questo edificio, tipicamente medievale, si deve in gran parte al progetto di Arnolfo di Cambio; la ricchezza dell’architettura interna è invece in gran parte opera di Giorgio Vasari che disegnò anche il Salone dei Cinquecento, lo Studiolo di Francesco I, il Quartiere di Eleonora e il Quartiere degli Elementi.

Nello stile dell’architettura civile dell’epoca Palazzo Vecchio incarna gli ideali di libertà dell’Italia dei comuni: semplicità e solidità.

L’aspetto attuale di Palazzo Vecchio è frutto di numerose e complesse modifiche nel corso dei secoli.

La particolarità della torre decentrata è dovuta al fatto che il progetto sfruttò la torre preesistente mentre le sue fondamenta poggiamo su un antico teatro romano i cui scavi non sono ancora conclusi e svelano ancora oggi segreti inaspettati: fra le altre cose i resti di un giovane ragazzo sono stati rinvenuti recentemente negli scavi.

Come centro di potere nella città di Firenze Palazzo Vecchio assunse funzioni diverse a seconda del periodo storico e politico.

Nella metà del 1500 fu dimora di Cosimo I de’ Medici che, avvalendosi della collaborazione di artisti come Vasari e Buontalenti, ampliò il palazzo fino a raddoppiarne la dimensione.

Fu proprio quando il principe Cosimo I spostò la sua residenza a Palazzo Pitti che il Palazzo della Signoria (omonimo di Piazza della Signoria nella quale si trova) cambiò nome in Palazzo Vecchio.

Nel 1865-71 Firenze fu capitale d’Italia e Palazzo Vecchio divenne sede del governo.


La serie di stemmi presenti sulla facciata è una testimonianza unica della Firenze medievale e dei suoi equilibri di potere, tradotti in simboli e richiami.


La Torre di Arnolfo risale al 1310 e nasconde un vano che fu utilizzato come luogo di prigionia di Cosimo il Vecchio, condannato all’esilio, e di Savonarola, condannato a morte nel 1498.

È molto cara ai fiorentini una delle 3 campane della torre, chiamata affettuosamente Martinella, che da secoli ha il compito di chiamare in adunata la cittadinanza.

Le mura di Palazzo Vecchio sono ricche di iscrizioni e targhe, alcune di utilizzo comune, come quella che vietava l’uso dell’acqua della Fontana del Biancone.

 

La più curiosa di queste incisioni è quella attribuita dalla tradizione a Michelangelo che avrebbe scolpito il volto di un condannato a morte durante una delle tante esecuzioni pubbliche che si svolgevano in Piazza Signoria.



Le famose sculture collocate in Piazza della Signoria hanno riferimenti alle vicende politiche di Firenze, con qualche contrasto. Il David (l'originale si trova alla Galleria dell' Accademia) fu realizzato da Michelangelo e posizionato di fronte a Palazzo Vecchio a simboleggiare il potere della Repubblica fiorentina in contrasto con la tirannia dei Medici. Ercole e Caco (1534) di Bandinelli simboleggia invece il potere fisico della famiglia.



Nel cortile interno sono affrescati i simboli delle Arti e Corporazioni della città di Firenze e spicca una fontana con una statua di Putto con Delfino di Andrea del Verrocchio.



La bella Loggia dei Lanzi è una piccola galleria all' aperto a destra di Palazzo Vecchio, disegnata dall' Orcagna nel 1376, con archi che richiamano molto il classicismo Rinascimentale. Tra le opere poste sotto la Loggia si possono ammirare il Ratto delle Sabine del Giambologna e la statua del Perseo con la testa di Medusa, opera di Benvenuto Cellini (1554), un monito per coloro che si mettono contro i Medici (la Medusa rappresentava la repubblica).




Il Nettuno (1575) di Ammannati ricorda le ambizioni marittime dei Medici, mentre la statua equestre del Duca Cosimo I (1595) del Giambologna è un elegante ritratto di un grande uomo, che riuscì a portare tutta la Toscana sotto il potere militare dei Medici.