Palazzo Pitti e il Giardino di Boboli

Pur essendo stato abitato per circa quattro secoli da tre dinastie, i Medici, gli Asburgo-Lorena e i Savoia, il Palazzo porta ancora oggi il nome del suo primo proprietario, il mercante fiorentino Luca Pitti, che lo fece edificare come sua residenza privata alla metà del Quattrocento. Nel 1473 Luca Pitti morì lasciando incompiuto il progetto di Filippo Brunelleschi; l’edificio allora aveva sulla facciata solo tre ampie porte e un doppio ordine di sette finestre. Nel 1549 il Palazzo, abbandonato con la morte del mercante, venne acquistato da Eleonora di Toledo, moglie di Cosimo I de’ Medici come luogo di rappresentanza degno della grandezza del nascente Granducato. Bartolomeo Ammannati, architetto favorito del Granduca, ampliò il corpo di facciata, la parte retrostante e alle spalle del Palazzo venne creato il magnifico giardino all’italiana di Boboli. Giardino e Palazzo furono dunque concepiti assieme e assieme si svilupparono nei tre secoli successivi, in un serrato dialogo tra arte e natura che portò Boboli a divenire il modello per le regge di tutta Europa. Sotto i Lorena si costruirono le due ali avanzanti del Palazzo, portici e terrazze, dette  “Rondò. Con questi ultimi lavori, l’originaria estensione spaziale della piazza venne triplicata. Adesso la reggia era pronta ad ospitare le magnifiche collezioni granducali nelle sue sontuose sale affrescate dai migliori artisti dell’epoca. “Questa fabbrica, che di magnificenza non cede a nessuna altra”.

Passato nel 1860 tra i Beni della Corona d’Italia e abitato, negli anni di Firenze Capitale (1865-1871) da Vittorio Emanuele II, Palazzo Pitti fu donato nel 1919 da Vittorio Emanuele III allo Stato Italiano, insieme con la piazza e con il Giardino di Boboli.

 

Oggi il Palazzo è la sede del Tesoro dei Granduchi, della Galleria Palatina e Appartamenti Reali ed Imperiali, della Galleria d’Arte Moderna e del Museo della Moda e del Costume.





Alle spalle di Palazzo Pitti si estende il meraviglioso Giardino di Boboli. I Medici per primi ne curarono la sistemazione, creando il modello di giardino all'italiana che divenne esemplare per molte corti europee. La vasta superficie verde suddivisa in modo regolare, costituisce un vero e proprio museo all'aperto, popolato di statue antiche e rinascimentali, ornato di grotte, prima fra tutte quella celeberrima realizzata da Bernardo Buontalenti, e di grandi fontane, come quella del Nettuno e dell’Oceano. Le successive dinastie Lorena e Savoia ne arricchirono ulteriormente l’assetto, ampliandone i confini che costeggiano le antiche mura cittadine fino a Porta Romana. Di notevole suggestione visiva è la zona a terrazzamenti ove si trova il settecentesco padiglione del Kaffeehaus, raro esempio di architettura rococò in Toscana o la Limonaia, costruita da Zanobi del Rosso fra il 1777 e il 1778. 





La Fontana di Nettuno






Giardino del Cavaliere con la fontana delle scimmie



Vedute di Firenze dal Giardino di Boboli