Il Viaggio in Oman

In questo viaggio visiteremo: Muscat, Bimah, Wadi Shab, Sur, Wadi Bani Khalid, Wahiba Sands, Sinaw, Bahla, Jabrin, Nizwa, Al Hamra, Jabel Shams, Naknl, Rustaq e Salalah.

Volo da Milano Malpensa per Muscat via Doha (Qatar).

L’Oman è uno Stato che si trova nell’estrema zona sud-orientale della penisola arabica.

La zona costiera si estende per 3000 km dalla penisola del Musandan, a nord, fino alle distese di verde del Dhofar a sud, interessando il golfo di Oman e il mare Arabico sull’oceano Indiano.

Confina con gli Emirati Arabi a nord, con l’Arabia Saudita a ovest, con lo Yemen a sud ovest, a sud con l’oceano Indiano.

L’attuale sultano Qaboos governa il Paese dal 1970 e, grazie a lui, lo Stato sta vivendo un periodo di grande sviluppo. Circa il 75% degli omaniti appartiene al gruppo musulmano degli ibaditi, corrente che professa un islamismo rigoroso, ma è tollerante verso le altre forme di islamismo e permette anche agli stranieri residenti di praticare liberamente il proprio culto. L’economia è basata principalmente sulle risorse del sottosuolo, ricco di petrolio, metano, rame, ferro ed altri minerali. Molto importante è la pesca, ampiamente praticata grazie alla grande pescosità delle acque dell’oceano. Il commercio dell’incenso è ancora presente grazie alle piantagioni della boswellia la cui resina aromatica già nell’antichità era scambiata con spezie provenienti dall’India, poi trasportate dalle carovane attraverso tutta la penisola arabica. Queste piante sono ancora coltivate nel Dhofar, regione che confina con lo Yemen. Ora il Paese ha raggiunto le condizioni di benessere degli stati confinanti più ricchi, vanta efficienti ospedali a gestione locale, scuole, università e una rete elettrica che raggiunge anche i più piccoli villaggi. L’istruzione è gratuita e tutti i bambini sono nelle condizioni di raggiungere senza eccessivi disagi la scuola. Il Paese è disseminato di villaggi abbandonati perché l’attuale sultano ha favorito la costruzione di confortevoli ed eleganti abitazioni, tutte circondate da muri abbastanza alti da non permettere di vedere dall’esterno i cortili.   

 


La popolazione, secondo il censimento del 2010, era di 2.773.000 abitanti, di cui 1.957.000 omaniti, il resto costituito da immigrati indiani, pachistani, egiziani, bangladesi e filippini che rappresentano la forza lavoro dedita alle mansioni più umili e faticose e, spesso, sono sottopagati. Il 43% degli omaniti ha meno di 15 anni; la lingua ufficiale è l’arabo, la moneta è il rial suddiviso in 1000 baisa. Attualmente il cambio è di euro 2,60 per un rial. Uomini e donne indossano i loro abiti tradizionali: la dishdasha, per lo più bianca, è la tunica maschile; tutti hanno il capo coperto, o da un turbante abilmente annodato, o da un berretto a sfondo bianco e variamente intessuto con disegni geometrico-floreali di vari colori. Le calzature sono per tutti ciabatte, per lo più nere. Le donne indossano l’abeyya, abito nero o colorato lungo fino ai piedi. Tutte portano il velo che copre la testa, soltanto alcune hanno velato anche il volto. La valuta nazionale è il Riyal diviso in 1000 baisa.


Muscat 

Marina Bandar - crociera su dhow

Situato lungo il Golfo di Oman, vicino alle montagne di Al Hajar, il Marina Bandar Rowdha è una destinazione turistica privilegiata a Muscat. Ideale per gli sport acquatici e le attività acquatiche, Marina Bandar Rowdha è diventata un popolare punto di partenza per battute di pesca e immersioni. Con una piscina per il tempo libero e un ristorante per famiglie, il porto turistico può essere utilizzato anche come destinazione per gite di un giorno o eventi.





Le barche tradizionalmente costruite ed utilizzate in Oman, prendono il nome di dhow (inglesismo del termine swahili, poi assunto dagli arabi, dau) e sono delle barche a vela a due alberi. Generalmente conosciute come barche arabe tradizionali, i dhow erano usati nei tempi antichi per il commercio tra le regioni del Golfo Persico, l’Africa Orientale e le Indie. Dato l’utilizzo di questa particolare imbarcazione in tutti i paesi che si affacciano sul Mar Arabico, sono diversi i popoli che attribuiscono al genio dei propri antenati la costruzione del primo dhow. 













Il palazzo del sultano che sorge fra i due forti, Mirani e Jilali, risalenti al XVI secolo



Fortezza di Al-Jalali

La fortezza di Al-Jalali è anche conosciuta come forte di Ash Sharqiya. Il nome di Al-Jalali sembra derivare da "al jalal", che significa "grande bellezza", ma altri sostengono che il forte prenda nome dal leader persiano Jalal Shah. Il forte è costituito da 2 torri, collegate tra loro da un muro e accessibili solo tramite una ripida scalinata dal lato del porto. La sua posizione isolata lo ha reso una prigione perfetta, e infatti fu utilizzato per tale scopo fino agli anni ‘70. Nel 1983, il forte fu restaurato e trasformato in un museo privato sulla storia dell'Oman.




In fondo sulla sinistra il forte Al-Mirani

A causa della sua costa rocciosa, Muscat non era un luogo facile da conquistare, e i “forti gemelli” lo resero quasi impossibile. Eppure esiste una leggenda che racconta come il forte Al-Mirani svolse un ruolo importante nell’espulsione dei portoghesi a metà del XVII secolo. Secondo la storia, uno dei comandanti portoghesi si innamorò della figlia di un mercante che proibì loro di sposarsi per motivi religiosi. Quando il comandante minacciò di rovinarlo, il mercante apparentemente accettò e trascorse un intero anno fingendo di preparare il matrimonio. Era riuscito a convincere il comandante che le forniture di grano e munizioni del forte dovevano essere sostituite, ma in realtà la sua vera intenzione era di eliminare dall'edificio tutte le munizioni. Poi diede al suo sovrano, il sultano bin Saif, un segnale, in modo che potesse conquistare facilmente il forte indifeso. I portoghesi lasciarono Muscat poco dopo. 


Il Monumento celebrativo dell’Incensiere che si trova sulla collina del porto




Muscat di notte