Visita alla tribù degli IBAN

Questo popolo si è stabilito intorno a quest’area da oltre 400 anni, vivendo tradizionalmente in simbiosi con l’ambiente. Abita nelle longehouse che sorgono ancora numerose: sono case lunghe che possono ospitare sotto un unico tetto gruppi che vanno da 150 a 300 persone, tutte guidate ed amministrate da un capo tribù. La loro sussistenza è basata principalmente su caccia, pesca e coltivazioni di riso e pepe. Attualmente si verifica il fenomeno dell’abbandono del territorio da parte dei giovani che cercano condizioni di vita migliori nei centri urbani della regione, pertanto le famiglie che vivono in queste case sono per lo più anziani e bambini. 


Per raggiungere la longehouse ove saremo ospitati usiamo una canoa.


La navigazione su queste acque tranquille ci permette di immergerci in questo autentico paradiso di vegetazione straordinaria.


Qui vediamo sulla costa piccoli villaggi o rare case solitarie, tutti apparentemente addormentati, ma in realtà, guardando attentamente, pieni di vita. Lo dimostrano le persone che riusciamo a scorgere, intente nelle loro occupazioni di pesca o di coltivazione, prevalentemente di pepe. 






La casa lunga  dove saremo ospitati.







Lasciata l’imbarcazione imbocchiamo un breve sentiero nella foresta, leggermente in salita e subito scorgiamo la casa, ma prima di raggiungerla ci fermiamo davanti ad una statuetta di legno, decisamente antica viste le sue condizioni: si tratta di un totem che per la tribù rappresenta un simbolo di protezione, riconducibile alla loro natura di identità animista. La guida ci spiega dettagliatamente i riti che venivano compiuti davanti a questo totem dagli uomini, prima di partire per imprese importanti, quali combattimenti, caccia, pesca…., o al ritorno, come ringraziamento per la protezione ottenuta.


Raggiungiamo la casa dove ci accoglie il capotribù.









Il capo tribù ci fa un discorso di benvenuti alla presenza degli abitanti che si trovano in casa. Ci offre il tuak, la loro tipica bevanda: si tratta di un vino di riso dolce, ma alcoolico. 



Dopo aver posizionato degli strumenti tradizionali, un gruppo di loro suona in nostro onore mentre una coppia di giovani esegue delle danze seguendo il ritmo della musica. Alla fine coinvolgono anche noi così viviamo un momento di allegria tutti insieme e ci sentiamo partecipi attivi di questa esperienza unica!




Finite le danze offriamo loro quanto avevamo acquistato ieri su consiglio della nostra guida: caramelle, patatine e sale, tanto sale grosso che le donne consumano in abbondanza per la conservazione del pesce. Il capo distribuisce equamente questi doni, poi ciascuno porta  nella propria abitazione ciò che ha ricevuto.



Il capo successivamente ci accompagna nella visita della sua casa, ci parla della loro vita e risponde volentieri alle nostre domande. Inizia illustrandoci la struttura della lunga casa: si tratta di una costruzione lunga realizzata in legno e lamiere, molto spartana e decisamente particolare.

E’ composta da tre settori dei quali i primi due sono spazi comuni.

 

Il primo comprende la parte esterna utilizzata per stendere i panni, collocare la legna per il fuoco, stendere il pepe al sole per essiccare; qui si trovano anche i bagni, pochi e molto piccoli




Il secondo settore è quello dove siamo stati accolti. Costituisce la parte centrale e si presenta come un ampio corridoio, lungo quanto la casa ed è la parte più frequentata e vissuta: qui infatti passano tantissimo tempo per realizzare lavori di artigianato, per riposare durante le ore pomeridiane, per conversare, giocare……



In questo corridoio lunghissimo abbiamo alla nostra sinistra il primo settore, alla nostra destra invece abbiamo tutte le porte di accesso al terzo settore: sono le abitazioni private, tutte uguali, composte ciascuna da due stanze. Varcata la soglia ci si trova nella camera-soggiorno dove si trovano alcuni mobili e, accatastati alle pareti, i materassi che la sera vengono adagiati sul pavimento per dormire. All’interno si trova la cucina dotata di un grande fuoco. L’abitazione del capo si trova a metà del lungo corridoio, ma non ha nulla in più delle altre.


L’organizzazione sociale è caratterizzata da una gerarchia alla quale tutti si attengono, sono persone elette da loro stessi dove ciascuno ricopre un incarico, compreso il ruolo di capotribù. Siamo seduti per terra, sul pavimento di legno della parte comune della struttura, una specie di veranda abbastanza larga e lunga quanto tutta la casa.





All’interno si trova la cucina dotata di un grande fuoco.




Il pranzo per gli ospiti funziona così: gli ospiti fanno la spesa da consegnare alla famiglia di turno alla quale spetta l’onore-onere di cucinare. Oggi tocca al “guardiano del fuoco”. Nella stanza grande, al centro è allestita per noi la “tavola”: la tovaglia è stesa sulla stuoia che copre gran parte del pavimento. Noi ci sediamo per terra intorno alla tovaglia sulla quale è disposto in modo ordinato tutto ciò che ci serve, dalle stoviglie al cibo: carne e pesce cotti alla brace, vari tipi di verdure e salse tipiche della loro cucina, il tutto davvero gustoso. Concludiamo il pranzo con anguria e papaia. Alla fine, tutto ciò che resta lo portano in cucina e, solo allora, la famiglia consuma il pasto con ciò che ritirano dal nostro tavolo!





Scuola, sanità e servizi sono forniti dal governo. La religione maggiormente seguita dagli iban è il cristianesimo, praticata dall’80% della popolazione, il restante 20% è rappresentata da indù ed animisti. Questa è la loro chiesetta.


A fine giornata si conclude la nostra esperienza nella longehouse e si ritorna in Hotel.