Napoli

Napoli, Napule in napoletano. Fondata dai cumani nell'VIII secolo a.C., fu tra le città più importanti della Magna Grecia e giocò un notevole ruolo commerciale, culturale e religioso nei confronti delle popolazioni italiche circostanti. Dopo il crollo dell'Impero romano, nell'VIII secolo la città formò un ducato autonomo indipendente dall'Impero bizantino; in seguito, dal XIII secolo e per più di cinquecento anni, fu capitale del Regno di Napoli; con la Restaurazione divenne capitale del Regno delle Due Sicilie sotto i Borbone fino all'Unità d'Italia. Sede della Federico II, la più antica università del mondo ad essere nata attraverso un provvedimento statale, ospita, altresì, l'Orientale, la più antica università di studi sinologici e orientalistici del continente, e la Nunziatella, una delle più antiche accademie militari al mondo, eletta patrimonio storico e culturale dei Paesi del Mediterraneo da parte dell'Assemblea parlamentare del Mediterraneo. Luogo d'origine della lingua napoletana, ha rivestito e riveste tuttora un forte peso in numerosi campi del sapere, della cultura e dell'immaginario collettivo.

 

Protagonista dell'umanesimo e centro illuminista di livello europeo, è stata a lungo un punto di riferimento globale per la musica classica e l'opera attraverso la scuola musicale napoletana, dando tra l'altro origine all'opera buffa. 







Passeggiando per il centro


Chiesa dei Girolamini



Piazza del Gesù nuovo



Piazza Plebiscito

Ubicata nel centro storico, tra il lungomare e via Toledo, con una superficie di circa 25 000 metri quadrati, la piazza si presenta come una delle più grandi della città e d'Italia e per questo è quella più utilizzata per le grandi manifestazioni.



Palazzo Reale

E’ un edificio storico ubicato in piazza del Plebiscito, L'intero complesso, compresi i giardini e il teatro San Carlo, si affaccia anche su piazza Trieste e Trento, piazza del Municipio e via Acton.

Fu la residenza storica dei viceré spagnoli per oltre centocinquanta anni, della dinastia borbonica dal 1734 al 1861, interrotta solamente per un decennio all'inizio del XIX secolo dal dominio francese con Giuseppe Bonaparte e Gioacchino Murat, e, a seguito dell'Unità d'Italia, dei Savoia. Fu ceduto nel 1919 da Vittorio Emanuele III di Savoia al demanio statale. E’ adibito principalmente a polo museale, in particolare gli Appartamenti Reali, ed è sede della biblioteca nazionale.

 

Il Palazzo Reale è stato costruito a partire dal 1600, per raggiungere il suo aspetto definitivo nel 1858: alla sua edificazione e ai relativi lavori di restauro hanno partecipato numerosi architetti come Domenico Fontana, Gaetano Genovese, Luigi Vanvitelli, Ferdinando Sanfelice e Francesco Antonio Picchiatti.



















Galleria Umberto I

La galleria Umberto I è una galleria commerciale costruita a Napoli tra il 1887 e il 1890. È dedicata a Umberto I d'Italia, come omaggio al Re e in ricordo della sua generosa presenza durante l'epidemia di colera del 1884, che mostrò l'esigenza di un "Risanamento" della città.



Il Duomo

La facciata del Duomo fu ricostruita più volte nel corso dei secoli: quella attuale fu rifatta in stile neogotico da Errico Alvino alla fine dell'Ottocento ed inaugurata solo nel 1905. Il progetto dell'Alvino è peraltro incompleto in quanto mancano le due torri campanarie ai lati del corpo centrale della struttura, i cui lavori furono interrotti all'altezza del basamento.



 La Cattedrale Metropolitana di Santa Maria dell'Assunzione, conosciuta come Duomo, fu construita tra il 1299 e il 1314,  ed è il più importante edificio religioso di Napoli, oltre ad essere in città un punto di riferimento storico, artistico e culturale.  


Il duomo presenta una pianta a croce latina a tre navate, con cappelle laterali. In controfacciata sono collocati i sepolcri degli Angioini. Le navate sono separate da otto pilastri per lato, in granito africano, su cui poggiano grossi archi ogivali gotici. Questi archi sostengono un tetto a capriate che è stato coperto da un soffitto ligneo cinquecentesco, intagliato e dorato, voluto dal cardinale Decio Carafa. Anche l’interno, come la facciata, è stato più volte ritoccato.




Cappella di San Gennaro

Durante il XVI secolo la città di Napoli dovette affrontare periodi difficili legati a conflitti bellici, crisi di pestilenza ed eruzioni vulcaniche. In questa situazione i napoletani decisero di pregare San Gennaro, Santo protettore della città, di aiutarli a superare il periodo e fecero voto di costruirgli una nuova cappella all’interno del Duomo. Per questi motivi ancora tutt’oggi la Cappella non appartiene alla Diocesi ma a tutti i napoletani. La costruzione della Cappella del Tesoro di San Gennaro, iniziata l’8 giugno del 1608, fu assegnata prima all’architetto Francesco Grimaldi e alla sua morte a Giovan Giacomo di Conforto. Per realizzare la Cappella furono abbattuti diversi edifici come la chiesa di Sant’Andrea, un oratorio, tre cappelle del duomo ed alcune abitazioni. L’edificio ha una pianta a croce greca ed è stato edificato seguendo lo stile del barocco napoletano. L’altare maggiore è al centro del presbiterio mentre due altari sono laterali e altri quattro minori sono posti alle basi dei pilastri che reggono la cupola. Tutto attorno alla cappella si trovano diciannove sculture bronzee che raffigurano i santi protettori della città e che hanno il compito di difendere Napoli dalle guerre, dalla peste e dall’eruzione del Vesuvio. Tra tutti questi spicca la scultura di San Gennaro seduto risalente al 1645 che si trova proprio vicino all’altare maggiore. L’Altare Maggiore custodisce le ampolle con il sangue di San Gennaro mentre sopra l’altare si trova il Busto del Santo che conserva le ossa del cranio. La cappella è collegata anche al Museo del Tesoro di San Gennaro che raccoglie e conserva dipinti, statue, busti, gioielli e tessuti pregiati che Re e Regine, nobili e gente comune portarono in dono al Santo nel corso degli anni.


Altare laterale della Cappella di San Gennaro con dipinti di Juasepe de Ribera rappresentante San Gennaro illeso nella fornace.







La basilica di Santa Restituta è una chiesa monumentale e costituisce la terza cappella della navata sinistra del duomo.




Cappella Capece-Minutolo



 Assunzione della Vergine, opera del Perugino,1508-1509.



Chiesa di San Domenico Maggiore

La basilica di San Domenico Maggiore è una chiesa monumentale di Napoli sita in posizione pressoché centrale rispetto al decumano inferiore, nella piazza omonima.

Voluta da Carlo II d'Angiò ed eretta tra il 1283 e il 1324, divenne la casa madre dei domenicani nel regno di Napoli e chiesa della nobiltà aragonese.

La basilica, tipico esempio di architettura gotico-angioina, assieme al suo adiacente convento, costituisce uno dei più importanti complessi religiosi della città, sia sotto il profilo storico, che artistico che culturale.

La consacrazione della basilica a San Domenico avvenne nel 1255 per volere di papa Alessandro IV, come attestato da una lapide posta alla destra dell'ingresso principale. La costruzione della basilica fu voluta da re Carlo II per un voto fatto alla Maddalena durante la prigionia patita nel periodo dei vespri siciliani. La prima pietra fu posta il 6 gennaio del 1283, con i lavori che si protrassero sino al 1324, seguiti nella fase definitiva da architetti francesi.

La basilica fu eretta secondo i classici canoni del gotico, con tre navate, cappelle laterali, ampio transetto e abside poligonale, e fu realizzata in senso opposto alla chiesa preesistente, vale a dire con l'abside rivolta verso la piazza, alle cui spalle fu aperto un ingresso secondario durante il periodo aragonese.

Nel corso dei secoli importanti personalità hanno avuto legami con il complesso; vi insegnò infatti san Tommaso d'Aquino, la cui cella è tutt'oggi visitabile nell'edificio, mentre tra gli alunni illustri si ricordano su tutti i filosofi Giovanni Pontano, Giordano Bruno e Tommaso Campanella.

Con l'avvento a Napoli di Gioacchino Murat il complesso fu destinato tra il 1806 e il 1815 ad opera pubblica, provocando in questo modo danni alla biblioteca e al patrimonio artistico. Un tentativo di ripristino invece fu messo in atto con i restauri ottocenteschi di Federico Travaglini, che tuttavia portarono ad un complessivo snaturamento dell'originale spazialità della basilica.

Ulteriori danni furono subiti dal complesso durante il periodo della soppressione degli ordini religiosi, quando i padri domenicani dovettero nuovamente abbandonare il convento (1865-1885) a causa di alcuni riadattamenti discutibili che si intese dare alle strutture (palestre, istituti scolastici, ricovero per mendicanti e sede del tribunale).

Nel febbraio del 1921 papa Benedetto XV elevò la chiesa al rango di basilica minore. I restauri del 1953 eliminarono i segni dei bombardamenti del 1943, ripristinando il soffitto a cassettoni, i tetti, le balaustre delle cappelle, la pavimentazione e l'organo settecentesco e riportando alla luce anche gli affreschi del Cavallini, mentre interventi più recenti (1991) si sono avuti sulla scala esterna in piperno e sulla porta marmorea.