Il Duomo

Il Duomo sorge sul luogo di precedenti edifici sacri di cui il più antico, una cattedrale paleocristiana che sorgeva probabilmente sull'attuale sagrato. La nuova cattedrale consacrata nel 1075 dal Vescovo Ulderico fu danneggiata pochi anni dopo nel terremoto del 1117. La realizzazione dell'attuale Duomo fu compiuta tra il XVI ed il XVIII secolo. Il Duomo fu completato solo nel 1754 dall'architetto veneziano Girolamo Frigimelica, anche se la grandiosa facciata, con tre portali e due rosoni, da lui disegnata, non fu mai terminata e in seguito gravemente danneggiata, assieme alla grande cupola, nei bombardamenti del 1917 e 1918.


L'armonioso e luminoso interno, che ricorda quello di S. Giustina, è a croce latina con tre navate suddivise da pilastri. Sulla sinistra, nella Cappella della Madonna dei ciechi, è conservata una Madonna col bambino di Stefano dall'Arzere. Di Pietro Damini possiamo ammirare al secondo altare San Girolamo e il committente Girolamo Selvatico. Nella terza cappella, la pala raffigurante Gesù Crocifisso con le sante Maddalena e Caterina.





Nel XIII secolo un canonico lasciò in eredità alla cattedrale un'antica icona bizantina raffigurante la Vergine con il Bambin Gesù in fasce, ritenuta opera di san Luca. Quest'icona fu subito utilizzata nelle solenni liturgie della cattedrale (già legata al culto mariano, per titolo), e divenne subito cara ai cittadini tanto che ai vespri del sabato i canonici presero l'uso di raccogliersi intorno all'immagine intonando un'antifona mariana. Il dipinto veniva anche trasportato all'esterno in solenni processioni.


Cappella della Madonna dei Cechi


Collegato al Duomo è il Battistero romanico intitolato a San Giovanni Battista. L'edificio risale alla fine del XII secolo ma è stato ricostruito nella sua forma attuale nel 1260 e consacrato nel 1281; ha pianta quadrata con alto tamburo circolare e cupola e un'abside con cupoletta. Il ciclo di affreschi voluti da Francesco da Carrara il Vecchio e da sua moglie Fina Buzzaccarini lo rende straordinario: Commissionati a Giusto de' Menabuoi rappresenta ancora oggi uno dei cicli pittorici più spettacolari e meglio conservati del Trecento. In tutto un centinaio di scene, eseguite tra il 1375-78 con le storie della Genesi, dell'Apocalisse e di S. Giovanni Battista.