Passeggiando per Roma – dal Quirinale a Santa Maria Maggiore

Il Quirinale

Il Palazzo del Quirinale sorge in un luogo che, per la posizione elevata e la particolare salubrità, ospitò fin dall’antichità nuclei residenziali, edifici pubblici e di culto.

Nell’antichità il Quirinale era il collis per eccellenza e le singole sommità che vi si distinguevano erano anch’esse denominate colles. Il nome Quirinale, dunque, ha finito per indicare l’intero colle che in realtà era distinto in quattro alture: collis Latiaris, collis Mucialis o Sanqualis, collis Salutaris e collis Quirinalis.

Il collis Quirinalis ebbe grande importanza strategica e fu saldamente fortificato fin dall’età più antica; in seguito fu compreso nella cinta muraria della città, detta serviana (IV sec. a.C.).

 

Sisto V (1585-90) acquistò nel 1587 dai Carafa la villa di Monte Cavallo per farne la sede estiva del pontificato. La piccola villa costruita dal Mascarino non era però sufficiente ad accogliere la corte pontificia e a soddisfarne le esigenze di rappresentanza, per questo Sisto V affidò all'architetto Domenico Fontana l'incarico di ampliare l'edificio costruendo una lunga ala verso la piazza e un secondo palazzo su via del Quirinale, così da formare un ampio cortile interno. Sisto V si preoccupò inoltre di far sistemare la piazza, provvedendo anche al restauro del gruppo scultoreo dei "Dioscuri" che fu completato con l'aggiunta di una fontana. Sisto V morì al Quirinale, e il progetto di ristrutturazione del Palazzo fu portato a termine da suoi successori.


L'architettura del Palazzo nell'aspetto che ancora oggi mantiene fu portata a compimento nel corso del pontificato di Paolo V Borghese (1605-21). L'architetto Flaminio Ponzio si occupò della costruzione dell'ala verso il giardino comprendente, tra l'altro, lo Scalone d'onore, la grande sala del Concistoro (oggi Salone delle Feste) e la Cappellina dell'Annunziata, affrescata da Guido Reni con alcuni collaboratori.

 

Alla morte del Ponzio (1613) subentrò Carlo Maderno, responsabile dell'intera ala sulla via del Quirinale (che nel frattempo aveva assunto il nome di via Pia); in questa parte del Palazzo, Maderno ricavò alcuni ambienti importanti quali la Sala Regia (oggi Salone dei Corazzieri), la Cappella Paolina, gli appartamenti papali; Paolo V volle per queste sale una degna decorazione, assoldò quindi una squadra di pittori e stuccatori che in alcuni casi raggiunsero risultati di alto livello artistico come per gli affreschi della Sala Regia o gli stucchi della volta della Cappella Paolina.


I lavori di ampliamento ed abbellimento  del Quirinale continuarono, sotto la proprietà dei papi che si succedettero, nel seicento e settecento. Nell’ottocento i francesi lo occuparono e lo adibirono a residenza di Napoleone.

Ritornò ad essere occupato dai papi a partire dal 1814 e rimase di loro pertinenza fino al 1870. Dopo la breccia di  porta Pia con l’annessione di Roma al Regno d’Italia, il Quirinale divenne residenza della famiglia Reale.

 

Dopo il 1946 è sede del Presidente della Repubblica.



La chiesa di San Carlo e le quattro fontane



Piazza della Repubblica in passato si chiamava piazza Esedra

Al centro di piazza si può ammirare la bella Fontana delle Naiadi che costituisce la mostra dell'Acqua Marcia, addotta da Quinto Marcio Re nel 144 a.C. dall'alta valle dell'Aniene presso Arsoli.



Santa Maria degli Angeli e dei Martiri


Nel 1561, Papa Pio IV de’ Medici (1559-1565), su impulso del sacerdote siciliano Antonio Lo Duca devoto al culto degli angeli, decise di far costruire una chiesa all’interno delle Terme.

Dell’edificazione fu incaricato Michelangelo allora 86enne. Il grande artista progettò la chiesa integrando l’edificio sacro nelle terme, senza alterare la struttura romana dell’aula rettangolare lunga oltre 90 metri; per l’abside fu utilizzata la natatio, ovvero la piscina scoperta ad acqua fredda del complesso termale. La facciata, con la sua singolare forma concava in mattoni, è una delle antiche esedre del calidarium delle terme.

Il 18 febbraio 1564, alla morte di Michelangelo, i lavori furono continuati da Jacopo Del Duca, suo allievo e nipote di Antonio Lo Duca.

L’interno della Basilica è così composto: dall’ingresso si entra in un vestibolo rotondo con due esedre quadrate, l’antico tepidarium, mentre il transetto è ricavato nel salone centrale delle terme, che ha mantenuto l'antica solennità con le otto colonne di granito rosso e le alte volte.

Nei secoli, la Basilica subì diverse modifiche, tra cui quella nel 1750 di Luigi Vanvitelli che ideò la facciata su piazza Esedra – oggi piazza della Repubblica – unica entrata da cui si può accedere alla chiesa.

 

Nel 1911, la facciata vanvitelliana su piazza Esedra fu demolita per ripristinare la suggestiva nicchia del calidarium con i mattoncini romani. Questo intervento, però, ha reso meno visibile la chiesa che spesso viene scambiata per un rudere.





Madonna con Gesù Bambino in trono tra i sette arcangeli (1543), tavola di ambito veneziano: l'opera venne commissionata da Antonio del Duca, fondatore della chiesa.



La cappella di San Bruno

Immacolata Concezione tra angeli con san Francesco d'Assisi, sant'Antonio da Padova e san Gregorio Nazianzeno (1730 - 1735), olio su tela di Pietro Bianchi


La cappella Albergati


Resurrezione di Santa Tabita

 

Fu realizzata da Placido Costanzi per l'altare di Tabita nella Basilica Vaticana. Il dipinto fu trasportato in questa basilica dopo che fu sostituito da una copia in mosaico dello stesso quadro.

Predica di San Girolamo

 

È l'ultima opera di Gerolamo Muziano.



Caduta di Simon Mago (1746 - 1755 ca.), olio su tela di Pompeo Girolamo Batoni


Messa di san Basilio Magno (1747), olio su tela di Pierre Subleyras


Nel 2001, l’artista italo-americano Narcissus Quagliata, allievo di De Chirico, installò una cupola in vetro istoriato sul soffitto della Basilica. La grande struttura vetrata di cinque metri di diametro, posta a 23 metri di altezza, funge anche da meridiana. Osservandone il riflesso sul pavimento dell’aula rotonda, potete seguire il movimento della terra attorno al sole.


Basilica di Santa Maria Maggiore

Santa Maria Maggiore è la più grande delle chiese dedicate alla Vergine Maria a Roma ed è una delle quattro basiliche maggiori della capitale italiana.

Eretta dopo il Concilio di Efeso nel 431 sotto papa Sisto III (432-440), fu la prima chiesa romana dedicata al culto della divina maternità di Maria, sanzionata durante questo concilio ecumenico.

La Basilica di Santa Maria Maggiore è chiamata anche Liberiana.

La leggenda narra che il Papa Liberio sognò la Madonna che gli indicò di costruire una chiesa dove avesse trovato la neve.

Il 5 agosto del 352, nevicò sull’Esquilino.

Così iniziarono i lavori della chiesa dedicata a Santa Maria della Neve.

Questo episodio lo si ricorda ogni 5 di agosto in cui si fanno cadere dei petali bianchi dal soffitto della Cappella Sistina.

Per quanto riguarda la chiesa dedicata a S. Maria della Neve, si hanno dubbi sulla sua reale esistenza.

E’ la più importante chiesa romanica dedicata alla Vergine Maria. Questa sorge sulla cima del Monte Cispio  che è il più alto dei tre monti del colle Esquilino.

Tra il 1145 e il 1153 Eugenio III ricostruì il nartece, riducendolo a un portico, e installò il pavimento cosmatesco.

Sotto Nicola IV (1288-1292), fu costruita un’abside, creando il transetto che era decorato con dipinti.

Nella seconda metà del XIV secolo fu costruito il campanile e nella seconda metà del XV secolo, il cardinale d’Estouteville, arciprete della basilica, la completò, costruendo la volta delle navate laterali e la cappella di San Michele. Alla fine del XV secolo, papa Alessandro VI Borgia fece installare il prezioso soffitto a cassettoni della navata, ancora attuale.

Dopo aver conservato il suo carattere medievale per molto tempo, la basilica fu considerevolmente trasformata dalla fine del XVI secolo dai Papi Sisto V e Paolo V. Furono costruite le due grandi cappelle laterali (Sisto e Paolino), nonché l’edificio a destra della facciata .

Tra il 1670 e il 1676, Carlo Rainaldi ridisegnò l’abside. L’ultima grande costruzione è la facciata dell’architetto fiorentino Ferdinando Fuga, nella prima metà del XVIII secolo, e l’edificio alla sua sinistra.

 

La basilica è una miscela di architetture di diverse epoche.



L’interno della chiesa ha in gran parte conservato il suo aspetto originale, con una grande navata separata da altre due navate laterali da ben 42 colonne in stile ionico e moderno colonne, e terminata dall’abside preceduta dall’arco trionfale.


Il soffitto a cassettoni risale ad Alessandro VI Borgia (1492-1503). Secondo la tradizione, fu decorato con oro della prima spedizione in America, un dono della regina Isabella di Spagna.


Sulle pareti della navata, sopra la trabeazione, sono ancora visibili pannelli di mosaici e dipinti riguardanti le storie della Vergine.

 

Parete Destra


Parete sinistra


L’Apside



Un grande mosaico si estende su tutta l’abside, cioè sia nella calotta che nella fascia inferiore e sull’arco absidale. Al centro dell’abside, protagonisti della narrazione, Gesù e la Vergine assisi su un trono tutto particolare. Infatti li accoglie entrambi con pari dignità. Le due figure sono racchiuse in una sfera: un cielo stellato dove il sole e la luna sono invece posizionati sotto il gradino del trono. Gesù è colto nell’atto di incoronare la Madre.


Sotto l'altar maggiore   si trova  La Confessione. Questa fu voluta da papa Pio IX e realizzata da Virginio Vespignani. Qui, in un reliquiario di cristallo realizzato da Luigi Valadier sono state riposte le reliquie della culla della natività. 






Cappella Sistina

La Cappella Sistina, costruita nel 1587, è opera di Domenico Fontana e Carlo Maderno che l’hanno costruita per disposizione di Sisto V. Edificata con marmi policromi e colonne con al centro un altare in marmi e pietre dure con quattro angeli dorati sostenenti il ciborio in bronzo dorato. Alle pareti vi sono i monumenti funebri di Sisto V e di Pio V.


La Cappella Sistina, costruita nel 1587, è opera di Domenico Fontana e Carlo Maderno che l’hanno costruita per disposizione di Sisto V. Edificata con marmi policromi e colonne con al centro un altare in marmi e pietre dure con quattro angeli dorati sostenenti il ciborio in bronzo dorato. Alle pareti vi sono i monumenti funebri di Sisto V e di Pio V.




Cappella Paolina


La Cappella Paolina, chiamata anche Cappella Borghese, è la più grande cappella della navata sinistra della Basilica di Santa Maria Maggiore, custodisce l'icona della Salus Populi Romani, che la tradizione attribuisce direttamente all'opera dell'Evangelista Luca, è una delle più importanti immagini mariane della capitale.

Fu Papa Paolo V Borghese che nel 1605, volle far costruire una grande cappella a cupola, posta nella navata sinistra, identica a quella Sistina, per custodire l'immagine della Salus Populi Romani.

I lavori iniziarono nel 1606 e terminarono nel 1612, la cappella fu solennemente consacrata il 27 gennaio 1613, con il collocamento dell'icona sull'altare.

La cappella è a croce greca, con la pianta identica a quella Sistina, la struttura muraria fu completata nel 1611.

 

Ai lati della cappella sorgono due monumenti funebri: a destra quello di papa Clemente VIII Aldobrandini e a sinistra quello di Paolo V.




Controfacciata



Presepe

 

È il presepe più antico della storia dell’arte. Fu realizzato dal grande Arnolfo di Cambio su commissione di papa Niccolò IV circa 70 anni dopo il primo esemplare, che la tradizione attribuisce a san Francesco d’Assisi (1223).