Piazza Vittoria



Il Torrione è opera dell'architetto romano Marcello Piacentini, realizzato tra il 1931 ed il 1932. Primo grattacielo italiano, al momento della sua costruzione è stato celebrato come il grattacielo in cemento armato più alto d'Europa. Fa parte del piano di riforma urbano del frammentario e degradato quartiere delle Pescherie, affidato dal Comune di Brescia a Piacentini nel 1928, e terminato con la realizzazione della monumentale piazza della Vittoria. Il progetto prevedeva la costruzione ai lati della piazza di moderni palazzi ispirati alle forme e a motivi ornamentali dell'architettura bresciana. Come tema più rappresentativo dell'espressione moderna della piazza, Piacentini scelse di erigere una struttura a grattacielo, ispirandosi a un progetto da lui presentato a Chicago nel 1922 per il concorso della Chicago Tribune Tower. Ribattezzato Torrione per affermare il legame con la tradizione delle torri medievali, l'edificio fu progettato per ospitare la sede delle Assicurazioni INA. I bassorilievi posti in facciata furono realizzati dal ceramista Vittorio Saltelli. Sul fronte del porticato in origine vi era un ulteriore bassorilievo dello scultore Arturo Martini, raffigurante l'Annunciazione, andato disperso. I lavori durarono otto mesi al ritmo di un piano realizzato ogni due settimane. L'edificio venne inaugurato unitamente all'intera piazza con una solenne cerimonia l'1 novembre 1932, alla presenza del Duce. Il Torrione divenne il modello di riferimento per i primi grattacieli realizzati nelle altre città italiane.

 

Il Torrione INA è un grattacielo che sorge sull'angolo nord-ovest di Piazza della Vittoria, vasto spazio urbano di epoca fascista fortemente unitario e monumentale, ricavato nel cuore del centro storico di Brescia, tra le piazze del Duomo e della Loggia. Esteso su un lotto di 1500 mq, con i suoi 57,2 m di altezza è l'edificio più imponente della piazza, costruito in cemento armato e organizzato su 13 piani. È impostato su un'imponente base rettangolare, che si affaccia sulla piazza e su via Verdi, larga 22 m e profonda 41 m, cinta su tre lati da porticati che si legano agli edifici adiacenti. Sopra il porticato l'impianto si restringe progressivamente, ricavando ampie terrazze sul lato di via Verdi. Dal settimo piano si eleva l'imponente struttura a torre, con base quadrata di 22 m, che prosegue rettilinea fino all'undicesimo piano, dove subisce un ulteriore restringimento. Il profilo severo e razionale, peculiare dell'architettura del ventennio fascista, s'ispira ai primi grattacieli di Chicago ma dialoga profondamente con il contesto architettonico bresciano per l'impiego della pietra e del granito nel rivestimento del porticato e del laterizio nella torre, i materiali prevalenti dell'edilizia storica locale. Sul lato della piazza la torre è scandita da 12 arconi ripartiti su quattro livelli che inquadrano due piani. Tra le finestre sono posti 12 bassorilievi in terracotta che rappresentano le attività produttive bresciane. I lati secondari hanno finestre più ristrette e presentano una veste meno aulica.


Questa Piazza venne costruita tra il 1927 e il 1932. Questa venne ottenuta attraverso la demolizione dell’antica area medioevale del quartiere delle pescherie, compreso tra piazza Loggia, i portici Dieci Giornate e piazza del mercato. Un quartiere le cui abitazioni erano prevalentemente di legno e paglia e pertanto soggette all’incendio.

 

La piazza venne inaugurata nel novembre 1932 dal duce Benito Mussolini, il quale tenne il suo discorso dall’Arengario (struttura affacciata su uno spazio pubblico per consentire di tenere discorsi ad assemblee cittadine, Tipici del periodo fascista. Tale parola deriva dal latino medievale arenga, pubblica orazione, da cui arengaria, luoghi elevati da cui rivolgersi agevolmente alle folle.)


La Chiesa di Sant’Agata, santa siciliana invocata contro il fuoco


Il masso dell’Adamello posizionato sul fianco meridionale della chiesa di Sant’Agata che ricorsa La Grande Guerra (prima guerra mondiale) e la data della fondazione della piazza.




Il maestoso Palazzo delle Poste in marmo nero, con la sua classica e spoglia facciata,







La torre della rivoluzione, dove all’epoca capeggiava il ritratto di Mussolini a Cavallo. Rimosso nell’immediato dopo guerra.



Arengario

 

(struttura affacciata su uno spazio pubblico per consentire di tenere discorsi ad assemblee cittadine, Tipici del periodo fascista. Tale parola deriva dal latino medievale arenga, pubblica orazione, da cui arengaria, luoghi elevati da cui rivolgersi agevolmente alle folle.)

Questa piazza venne inaugurata nel novembre 1932 dal duce Benito Mussolini, il quale tenne il suo discorso su questa struttura chiamata Arengario. Questo manufatto è stato realizzato in pietra rossa di Tolmezzo e reca scolpiti dieci degli episodi cardine della storia bresciana, dalla Vittoria Alata fino all’era fascista nel decimo anniversario della marcia su Roma (Vittoria alata a ricordo dell'originaria dominazione romana, Re Desiderio, Arnaldo da Brescia, Berardo Maggi, SS. Faustino e Giovita, Romanino e Moretto, le Dieci giornate di Brescia, la Prima guerra mondiale e l'Era Fascista), nonché le scritte "BRIXIA FIDELIS FIDEI ET JVSTITIAE" e  "BRESCIA LA FORTE BRESCIA LEONESSA D'ITALIA».







 

 

 

 

 

Porzione di un antico edificio su cui si intravvede la presenza di tracce di affreschi cinquecenteschi. Tale porzione si trova sul lato sinistro (guardando il  manufatto dalla piazza) del palazzo delle poste.