Betlemme


Il nome Betlemme significa in arabo “Beit.Lahm”, “Casa del pane” e in ebraico “casa della carne”.

E’ una cittadina a 777 m. sul livello del mare e a 1170 m. sul Mar Morto, si adagia con le sue abitazioni in pietra bianca e rosata su due coline del sistema montuoso della Giudea, a ferro di cavallo, i cui versanti con alture e terrazze un tempo erano ricoperti di vigneti, fichi, mandorle, melograni ed olivi. Il sito è stato abitato da nomadi fin dal XIV sec. a. C.

Nel XI secolo vi nacque Davide e verso il 6 - 7 a.C. Gesù. In basso, verso levante e sud, s’intersecano vallate mareggianti d’orzo o di grano in primavera, e aride e fulve, deserte nel resto dell’anno. E’ lo sfondo sul quale campeggiano di volta in volta la moabita Rut, spigolatrice nei campi di Booz (libro di Rut), suo futuro marito, e i Pastori della Natività. 

 

Gli abitanti sono dediti particolarmente oltre che all’agricoltura e alla pastorizia, alla lavorazione di oggetti di madreperla e di legno. La lavorazione della madreperla fu introdotta dai francescani nel XVI sec. La prestanza dei betlemiti è proverbiale: le antiche donne portavano un grazioso costume consistente in un camice blu o nero, corsetto rosso ornato di arabeschi e fiorami e velo bianco scendente ampio fino alla cintura e fissato con uno speciale cercine alla nuca (panno raccolto in forma di cerchio, che si mette sul capo per sostenere pesi). La popolazione è formata da cristiani e musulmani. Fra i cattolici ci sono: latini, siriani, melchiti ( ortodossi di  rito bizantino ma di lingua araba), armeni e maroniti (cattolici che dipendono dal patriarcato di Antiochia, loro simili abitano nel Libano); tra i fratelli separati, cristiani: greci ortodossi, siriani, armeni e protestanti. Betlemme viene ricordata nella Bibbia per la prima volta a proposito della morte di Rachele (Gen 35,19 “Così Rachele morì e fu sepolta lungo la strada verso Efrata, cioè Betlemme”) e identificata con Efrata (la fruttifera). Viene chiamata Betlemme di Giuda, dalla tribù cui apparteneva per distinguerla da un’altra Beltemme della tribù di Zabulon e situata a 12 km ad ovest di Nazareth, oggi chiamata Beth-Lehem


La Basilica della Natività

Con la nascita di Gesù, la più piccola tra tutte le città di Giuda acquistò  importanza mondiale e si ingrandì notevolmente per l’affluenza continua di pellegrini. L’imperatore Adriano (135) vi introdusse il culto di Adone cercando di togliere la sacralità cristiana al luogo, ma non ha fatto che conservarla, perché tutti sapevano che dove c’era il boschetto intitolato ad Adone era il luogo della nascita di Gesù. Nel 330, con Costantino venne restituita al culto cristiano. La prima grande basilica, a cinque navate, precedute da un grande atrio fu costruita da S. Elena, madre dell’imperatore Costantino, tra gli anni 326- 333. Divenne da allora centro di vita monastica: S. Girolamo vi si stabilì nel 384 restandovi per ben 36 anni, occupandosi della traduzione della Bibbia sui testi originali greci, la Volgata, e nel 386 vi giunse la nobile matrona Paola degli Scipioni con la figlia Eustochio e numerose vergini romane. Paola fece erigere due monasteri, uno per S. Girolamo e seguaci, l’altro per sé e compagne. 

Accanto fece costruire un ospizio per i numerosi pellegrini che accorrevano da ogni parte. Saccheggiata durante la rivolta dei Samaritani nel 521/530, venne ricostruita da Giustiniano con nuove mura. Nel 600 i pellegrini la chiamarono, “focus splendidissimus”. Venne risparmiata dai Persiani nel 614, perché nella facciata vi erano raffigurati i Re Magi, vestiti da persiani, venne anche risparmiata dagli arabi nel 638, fu distrutta dai musulmani all’avvicinarsi dei Crociati e ricostruita nel 1099 con un grande castello di difesa. Nel 1100, Baldovino veniva incoronato primo Re di Gerusalemme. Successivamente subì occupazioni e liberazioni e un lungo periodo di decadenza con l’occupazione ottomana. Ricominciò  a rinascere nel sec. XIX con i frati francescani (erano già a Betlemme fin dal 1347). Oggi la città di Betlemme conta circa 40.000 (2014) abitanti tra cristiani e musulmani.

 

I vangeli di Matteo e Luca pongono concordemente la nascita di Gesù a Betlemme. Il doppio riferimento è significativo, poiché i due evangelisti non si conoscono e scrivono indipendentemente l’uno dall’altro, segno che il luogo della nascita era pacificamente attestato nelle comunità primitive. 




L’evangelista Luca narra come Maria e Giuseppe arrivarono da Nazareth a Betlemme per compiere la formalità del censimento ordinato da Cesare Augusto. La nascita di Gesù in una grotta è affermata implicitamente nel Vangelo con il riferimento alla “mangiatoia” in quanto le grotte in oriente servono da rifugio ai viandanti e da stalle per gli animali (Luca 2, 1-7 “… città di Davide chiamata Betlemme … Diede alla luce il suo figlio … lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia …”.

La piazza lastricata che precede la basilica occupa una parte dell’area del primitivo atrio. Sul pavimento si vedono tre bocche di cisterne che anticamente raccoglievano le acqua piovane ed alimentavano la fontana per le abluzioni liturgiche. La facciata, mascherata da massicci contrafforti e fiancheggiata dai conventi francescano, greco ed armeno, aveva tre porte due delle quali ora sono murate, della terza non resta ora che un passaggio stretto e basso che introduce nell’antico nartece (uno spazio posto fra le navate e la facciata  principale della chiesa), sfigurato dai muri e fatto scuro per la chiusura delle finestre da cui prendeva luce.

 

Per un’unica porta piccola (per entrare bisogna chinarsi) di legno scolpita “porta dell’umiltà” da due artisti armeni nel 1227, come dice una iscrizione araba e armena, si entra nella basilica. Questo edificio è lungo 53,90 m., largo 26,20 m. e metri 35,82 nel transetto, è diviso in cinque navate, da quattro ordini di colonne monoliti di pietra rosata. Il soffitto del XVII sec. e riparato nel 1842, è a travi scoperte. La copertura del tetto è in piombo. Restano soltanto pochi avanzi dei mosaici che ornavano tutta la basilica. 








Le due entrate semicircolari ai lati del presbiterio della basilica, del periodo giustiniano, immettono alla grotta-cripta. L’interno della grotta ha la forma di un rettangolo, lungo 12,30 m. e largo 3,5 m. Sotto l’altare è incastonata una grande stella d’argento con l’iscrizione “hic de Virgine Maria Jesus Christus natus est”, “qui è nato Gesù Cristo dalla Vergine Maria”. A destra dell’altare della Natività, c’è la grotta dei Magi con l’altare dei cattolici nella così detta mangiatoia. La grotta è oscura, è rischiarata da alcune lampade elettriche e da 53 lampade ad olio di cui 19 sono dei latini. Il suolo è ricoperto da lastre di marmo e le pareti sono rivestite di amianto, dono del presidente della Repubblica Francese nel 1874. 




Campo dei pastori







Cripta