Salerno - Cattedrale di Santa Maria degli Angeli, San Matteo e San Gregorio VII


Il Duomo di Salerno è conosciuto anche come Cattedrale di San Matteo, le cui spoglie sono custodite nella cripta.

E’ una basilica minore: si tratta di una denominazione onorifica che il papa concede ad alcuni edifici religiosi cattolici di particolare importanza, per sottolineare il legame della singola chiesa con il vescovo di Roma ed evidenziare l’importanza della chiesa nella zona di appartenenza.

Il Duomo è, infatti, il principale luogo di culto cattolico in città. Realizzato in stile romanico nel XI secolo, poi modificata in seguito a diversi eventi naturali e non.

Il campanile è un esempio della fusione arabo-normanna del periodo, dove vi sono situate ben otto grandi campane.

La sua costruzione si deve in particolar modo a due avvenimenti importanti: la traslazione delle spoglie di San Matteo da Capaccio a Salerno; la conquista della città nel 1075 da parte del Duca normanno Roberto di Altavilla, detto il Guiscardo che mise fine al principato longobardo durato 237 anni.

L’inizio dei lavori del Duomo presero il via nel 1080, quando era arcivescovo Alfano I, poeta e medico della famosa Scuola medica Salernitana.

La chiesa fu inaugurata nel 1084 da papa Gregorio VII e i lavori terminarono nel 1085.

L’edificazione della struttura fu velocissima, già nel 1081 era pronto il primo nucleo con la Cripta dove vennero sistemate le spoglie del Santo evangelista e dei Santi Martiri salernitani.

Purtroppo a causa di alcuni terremoti ai quali fu soggetta la zona della cattedrale, e forse anche a causa della fretta nel realizzarla, subì alcune ristrutturazione nel tempo.

Di particolare importanza è quella del 1688 ad opera degli architetti Ferdinando Sanfelice,  Arcangelo Guglielmelli  e Carlo Buratti. A quest’ultimo, romano di origine ticinese, si deve l’aspetto odierno interno e la volta incannucciata del Duomo.

Per accedere al Duomo è necessario attraversare una lunga scalinata settecentesca in marmo, a doppia rampa, che ha sostituito nel 1700 l’originario scalone a pianta circolare.

Oltrepassando la Porta dei Leoni ci si trova di fronte un atrio circondato da un porticato sorretto da ventotto colonne di diverso ordine che reggono gli archi di una serie di gallerie: un esempio suggestivo di architettura che in Italia ritroviamo soltanto nella Basilica di Sant’Ambrogio a Milano.

Al centro vi è una vasca in granito, che fu in origine una fonte battesimale.

La vasca ha sostituito la fontana delle Paperelle, tolta da qui dai Borboni per donarla alla Villa Comunale di Napoli.

Lungo il porticato si possono ammirare diversi sarcofagi di fattura romana che custodiscono le spoglie di ecclesiastici e patrizi salernitani.

Una balaustra in marmo accoglie, invece, le statue marmoree di San Matteo, San Bonosio e San Grammario, realizzate dall’artista napoletano Matteo Bottiglieri.

Sul lato meridionale dell’atrio si erge il campanile che risale alla metà del XII secolo; la torre campanaria fu fatta costruire da Guglielmo da Ravenna ed è alta circa 56 metri.

La forma del campanile rimanda a precise simbologie bibliche.

Tre piani, equivalente dei livelli dell’universo secondo le Sacre Scritture; la forma cubica che ricorda la fisicità; la torretta finale, circolare, nella Bibbia equivale all’elemento ultraterreno; la parete esterna presenta dodici colonnine, ovvero il numero degli apostoli, che reggono la fascia stellata a sei punte, una stella ebraica, che è rappresentazione del paradiso.

 

In cima la cupola con la sua perfetta forma sferica, a ricordare Dio. Qui sulla torre vi sono otto campane di diverse epoche e dimensioni.





L’ingresso principale della Basilica è costituito da una porta in bronzo bizantina, fusa a Costantinopoli del 1099 e donata alla chiesa da Landolfo Butromile.

La porta si erge in un portale marmoreo medievale e presenta 54 riquadri, di cui 46 contengono una croce greca e 6 delle icone che raffigurano San Paolo, San Pietro, San Simeone, Gesù benedicente, San Matteo, e la Vergine.

Oltre la porta si sviluppa l’interno della chiesa, suddiviso in tre navate e tre absidi, aperte su un luminoso transetto rialzato rispetto al livello della chiesa.

 

Enormi pilastri separano le navate dove, su quelle minori, si aprono delle graziose cappelle che risentono della cultura barocca, con quadri settecenteschi come il San Gennaro di Francesco Solimena e la Pentecoste di Francesco de Mura.



L’abside centrale è stata completamente ristrutturata e raffigura la Vergine con Gregorio VII, l’arcivescovo Alfano I e Roberto il Guiscardo affiancato dalla moglie nell’atto di donare la cattedrale.



Le due navate minori sono anch’esse pregne di simboli religiosi e rappresentazioni scultorie.

A sinistra troviamo la Cappella del S.S. Sacramento decorata  con mosaico e affresco che raffigura il battesimo di Gesù nel Giordano.




Quella di destra ha un affresco particolare, di Angelo Solimena, raffigurante la Madonna col Bambino tra S. Agata e S. Caterina d’Alessandria, protettrice della famosa Scuola Medica Salernitana.


Cripta

Attraverso una scala marmorea si accede alla Cripta aperta al culto nel 1080, proprio quando furono traslate qui le spoglie di San Matteo.

Ristrutturata nel corso del tempo, oggi si presenta con uno stile barocco, che le attribuisce un aspetto di austera solennità. Al centro si trova un raffinato baldacchino con gli stemmi dei reali di Spagna, che sovrasta la tomba di San Matteo.

 

L’altare è dominato da due statue di bronzo, fuse nel 1606 da Michelangelo Naccherino, raffiguranti l’Evangelista. Lungo le pareti della cripta  una serie di busti  in marmo raffiguranti vescovi salernitani.