Gerusalemme -- parte seconda


Il Cenacolo

I Francescani non si rassegnarono mai alla perdita del Cenacolo tolto loro dai musulmani con violenza ed illegalità nel 1552. Il 26 marzo 1936, superando tante difficoltà poterono rimettere piede sul Monte Sion e precisamente dove si erano rifugiati dopo l’espulsione in attesa di sistemarsi nel convento di S. Salvatore. Riadattato un vecchio edificio fu eretta una piccola chiesa proprio davanti alla sala del cenacolo: da qui il titolo ad Coenaculum, in attesa della restituzione della “Madre di tutte le Chiese” al mondo cattolico. Durante la guerra arabo-ebraica, chiesa e convento furono più volte colpiti dalle artiglierie e per ordine del comando militare ebraico i frati dovettero abbandonare la loro residenza che è stata restituita loro il 4 giugno 1960. Dopo la guerra dei sei giorni del 1967 la Custodia di Terra Santa restaurò  convento e chiesa.




La Basilica della Dormizione

La tradizione ricorda sul Monte Sion cristiano gli ultimi giorni della vita terrena di Maria ed il suo transito. Secondo la tradizione gerosolimitana ( dell’ordine militare e religioso di S. Giovanni di Gerusalemme, detto poi di Cavalieri di Malta), la Madonna sarebbe morta sul Sion ed il suo corpo trasportato in corteo funebre nella Valle del Cedron per essere deposto nella tomba. Questa tradizione dice che la casa dell’amico di Gesù che si aprì ospitale a Gesù per la Cena Pasquale e più tardi agli Apostoli e alla Chiesa nascente, accolse anche la Vergine Maria per tutto il tempo della sua vita terrena fino al giorno della sua “Dormizione”. S. Sofronio, vescovo di Gerusalemme nella prima metà del VII sec., parlando delle grandezze della Santa Sion, nomina la pietra su cui la Madre del Redentore si adagiò  per morire. Nella basilica eretta dai Crociati sul Cenacolo, il ricordo della Dormizione era venerato nella navata settentrionale dove una edicola portava questa iscrizione: “Exaltata est Sancta Dei Genetrix super choros Angelorum”. Col passar del tempo e caduto in rovina il monumento del XII sec. questa parte del santuario rimase esclusa anche dal recinto del convento dei frati. Rimase così finché nel 1898 quando l’imperatore di Germania Guglielmo II, visitando i luoghi santi, ne ottenne la cessione dal sultano Abdul Hamid, facendone dono ai cattolici. La Società pro Palestina di Colonia curò  la costruzione di un’imponente basilica ponendo la prima pietra nel 1900 ed affidandone la cura e l’officiatura ai Benedettini di Beuron, i quali ne presero possesso il 21 marzo del 1906 e la fecero consacrare il 10 aprile 1910. Nel 1926 il monastero fu eretto in Abazia e dal 1951 dipende direttamente dalla Santa Sede. La poderosa torre campanaria, lo stile austero e romanico della chiesa con la maestosa cupola fra quattro torri, celle angolari, il rivestimento esterno in pietra bianca locale, danno al complesso l’aspetto di un fortilizio. 








Gli Altari



La Cripta



Chiesa di Sant'Anna



Entrando nella città vecchia attraverso la Porta dei Leoni o di Santo Stefano, in arabo Bab Sitti Mariam (porta di Santa Maria), si trova subito a destra lo stabilimento di Salahieh (Saladino), in parte proprietà francese, entro il quale si trovano la chiesa di S.Anna e la piscina di Betesda, di cui sono custodi i padri bianchi. 

Dentro il cortile si eleva la chiesa, il monumento più caratteristico e meglio conservato dell’arte dei Crociati. L’arcata complessa e nettamente acuta della grande porta, gli archi e le volte ogivali, la cupola su pennacchi, danno l’impressione di austera bellezza. Misura 34 m. di lunghezza e 19.50 m. di larghezza, ed è divisa in tre navate ciascuna delle quali ha un abside. Attraverso la navata laterale destra si scende nella cripta dove nella casa scavata parzialmente nella roccia, secondo la tradizione è nata la Vergine Maria.  “…  la vergine si chiamava Maria” (luca 1,27).

Tre località si contendono la natività di Maria Vergine: Nazareth, Sefforis e Gerusalemme. Secondo alcuni studiosi si pensa che sia nata a Sefforis, paese d’origine dei genitori; altri con maggiori argomentazioni, sostengono la candidatura di Nazareth; altri ancora, secondo un’antica tradizione pongono la candidatura di Gerusalemme.

 

Questa chiesa, distrutta prima dell’arrivo dei crociati, fu costruita nel posto attuale di S. Anna, con un grande monastero, dotato di rendite regali, nel quale si ritirarono la moglie di Baldovino I, Alda e Giuditta, figlia di Baldovino II e sorella della regina Melisenda. Nel 1192, come è scritto in arabo sul timpano della grande porta, la chiesa fu trasformata da Saladino in collegio scafi’ita, (scuola di teologia islamica), di qui il nome di Salahiye. Durante l’occupazione musulmana i francescani di Terra Santa cercarono in tutti i modi di ottenere ogni tanto di poter accedere alla cripta per pregare con i pellegrini. L’unico modo per entrare era calarsi attraverso una finestrella, che ancoro oggi si vede sul posto. Nel XV sec. ottennero la possibilità di celebrare la S. Messa, la quale avveniva, non senza difficoltà e timori, nel giorno della natività di Maria, (8 settembre) e nel giorno dell’Immacolata (8 dicembre). Nel 1856, dopo la guerra di Crimea, l’edificio fu ceduto dal Sultano Abdul Megid alla Francia. La chiesa accuratamente restaurata dall’architetto M. Mauss, fu affidata ai padri bianchi, fondati dal Card. Lavigerie. Durante la guerra dei sei giorni (giugno 1967) la basilica fu molto danneggiata dai bombardamenti israeliani nella cupola e nella facciata. Venne restaurata quasi subito sotto la direzione degli architetti M. Trouvelot e P. Couasnon O.P. e solennemente riaperta al culto il 14 luglio del 1971. 



La Cripta



Piscina  di Bethesda


Chiamata Bethesda o Bezstha (città nuova) perché Agrippa nel 44 d.C. comprese questa parte entro le mura della città, o piscina probatica (piscina delle pecore) perché si portavano le pecore per il sacrificio.

 

E’ ricordata per la prima volta dal pellegrino Anonimo di Bordeaux nel 333, era composta da due bacini circondati da porticati nei quali durante il giorno si radunavano gli infermi ed infelici: zoppi, ciechi, paralitici...Talvolta l’acqua era agitata da una forza sconosciuta ed acquistava potere terapeutico. Un giorno anche Gesù venne qui e trovò  un uomo che da 38 anni aspettava il suo turno di guarire: Gesù lo libera dalla sua paralisi e lo fa tornare sano a casa (Gv 5, 1-9 “…Gesù sali a Gerusalemme. Vi è in Gerusalemme, presso la porta delle pecore, una vasca, in ebraico detta Betesdà …sotto questi portici giacevano un gran quantità di infermi … che aspettavano il moto dell’acqua … un angelo … E chi per primo si tuffava, dopo il moto dell’acqua, guariva … Gesù vistolo giacere, e sapendo che da molto tempo era in quelle condizioni … Alzati, prendi il tuo lettuccio e cammina…) . Scomparsa per secoli sotto le macerie e cercata da molti, la piscina fu ritrovata nel 1871 durante gli scavi dell’arch. Mauss e vennero portati alla luce i ruderi dell’antica grande piscina sulla quale furono costruiti una basilica bizantina e poi un santuario crociato dedicati alla guarigione del paralitico.