Possagno - Paese natio di Canova il grande scultore
Possagno è un comune italiano situato in Veneto, nella provincia di Treviso. È un piccolo paese, ma molto conosciuto perché è il luogo natale di Antonio Canova, uno dei più grandi scultori neoclassici italiani (1757–1822).
Cosa vedere a Possagno:
1. Gipsoteca Canoviana
Un museo che ospita i modelli in gesso delle opere di Canova. È uno dei musei più importanti legati all’arte neoclassica.
2. Tempio Canoviano
Una maestosa chiesa neoclassica progettata dallo stesso Canova, ispirata al Pantheon di Roma e al Partenone di Atene. Qui è sepolto lo scultore.
3. Casa natale di Antonio Canova
Visitabile all’interno della Gipsoteca, offre un’immersione nella vita del celebre artista.
Gypsotheca
La Gypsotheca Canoviana (Museo Gypsotheca Antonio Canova)
La Gypsotheca è un museo dedicato a Antonio Canova, scultore neoclassico, che raccoglie i modelli in gesso originali delle sue sculture, i bozzetti in argilla e terracotta, disegni, incisioni, alcuni dipinti, strumenti e oggetti personali dell’artista.
È la più grande Gipsoteca monografica d’Europa. Questa opera venne voluta da Giovanni Battista Sartori, fratello di Canova, per raccogliere i modelli originali in gesso delle opere del Canova, provenienti da Roma. Fu progettata dall’architetto Francesco Lazzari, i lavori iniziarono nel 1834 e si conclusero nel 1836. L’allestimento iniziale fu completato da Pasino Tonin nel 1844. Durante la Prima Guerra Mondiale (1917) subì gravi danni così come nel corso del secondo conflitto mondiale. Le opere salvate vennero restaurate e riallestite.
Nel 1957 è stato realizzato l’ampliamento più moderno da parte dell’architetto Carlo Scarpa, che ha contribuito a migliorare l’illuminazione zenitale, l’allestimento scenografico, la distribuzione degli spazi per valorizzare i modelli e i bozzetti.
L’ampliamento di Scarpa (l’“Ala Scarpa”) aggiunge spazio espositivo moderno e enfatizza la luce naturale come elemento centrale per mettere in risalto i gessi.
Oltre alla Gipsoteca, il complesso comprende la Casa Natale di Canova (dove si vedono dipinti, disegni, incisioni, oggetti personali), la Biblioteca, il Giardino e il Brolo con piante originali come la “pignera” piantata da Canova nel 1799.
La Gypsoteca, costruita come una grande basilica, è suddivisa in tre sezioni illuminate dall’alto da tre grandi lucernari: la sala d’ingresso, l’ala Ottocentesca (è la parte più antica) e l’ala Scarpa.
Antonio Canova acque a Possagno (Tv) nel novembre 1757 e scomparve a Venezia nel 1822, è stato uno dei più grandi scultori non solo del periodo neoclassico ma anche uno dei più grandi artisti di sempre, al pari di Raffaello, Michelangelo, Caravaggio.
Attraverso le sue esperienze tecniche e intellettuali, Canova diventa l’emblema dell’arte neoclassica, del gusto per le simmetrie perfette, le superfici morbide e lisce, le pose solenni e controllate, le espressioni impassibili, ma senza imitare passivamente l’antico, né, allo stesso tempo, dimostrandosi totalmente chiuso all’arte barocca, come rivela la sua ammirazione per il virtuosismo di Bernini e del veneto Antonio Corradini, specialista nella resa di figure femminili coperte da veli trasparenti.
Le opere canoviane raggiungono la perfezione: l’equilibrio tra bellezza ideale e bellezza naturale è frutto dello studio degli artisti antichi e moderni, la natura viene indagata e tenne presente la lezione impartita dalla pittura, sia negli aspetti compositivi che negli effetti pittorici che solo lui seppe infondere nelle sue sculture. Molti sono i temi affrontati da Canova nelle sue opere: dai soggetti di carattere religioso ai monumenti funebri, sovente dedicati ai nobili dell’epoca, ai ritratti dei suoi committenti che, attraverso il suo scalpello, ambivano a diventare immortali assumendo le sembianze dei personaggi mitologici.
Come sappiamo, Canova procedeva in modo ben preciso nella sua produzione scultorea: dopo aver realizzato disegno e bozzetto faceva un modello di argilla a grandezza reale, da cui veniva ricavato il negativo per ottenere la copia in gesso. Dalla forma (il negativo) potevano essere ricavati diversi esemplari. Uno di questi veniva scelto per essere il modello in cui venivano inseriti i chiodini di bronzo- le rèpere- che servivano poi per riportare le misure esatte di tale modello dal gesso al marmo.
È un processo lungo che prevede tantissime riproduzioni della stessa scultura, ed è per questo che la parola “originale” non calza proprio a pennello in nessuna delle opere. C’è un’opera che potremmo definire “finale”, ma non una unica ed originale.
Sono uniche le opere presenti all’interno della Gypsotheca e sono uniche le connessioni che in essa si creano. C’è il legame forte con la città natale dell’artista, a cui egli era legatissimo tanto da donare alla sua comunità il meraviglioso Tempio Canoviano; la connessione con il passato più recente con l’ampliamento di Carlo Scarpa, grazie a cui le opere incontrano nello spazio espositivo la modernità; e ancora la connessione con tutte le realtà museali in cui sono conservati i marmi di Canova. Nessun luogo è o può essere come la Gypsotheca di Possagno, così unica e così evocativa. (A cura di Elena De Noni, studentessa IUAV.)
Le sue sculture sono custodite nei più importanti musei del mondo; alcune si trovano al Louvre di Parigi, altre all’Hermitage di San Pietroburgo, per esempio.
I suoi capolavori hanno incantato e continuano ad incantare studiosi e appassionati.
Il modus operandi dello scultore è ormai noto: da un primo rapido disegno, egli passava al modello in argilla e, da questo, al gesso e infine al marmo. Nella concezione dell’artista veneto, impregnata di una forte religiosità, l’argilla era la vita, il gesso la morte, il marmo la resurrezione dell’opera d’arte. (La Voce d'Argento Scrittore bibliotecario, parlo di sci-fi, fantasy e fantastico tra blog, Telegram e YouTube).
Porticato d’ingresso
Sala d’ingresso
Adone incoronato da Venere
Sulla porta d’ingresso
Endimione dormiente
Sala Ottocentesca
Damosseno
Perseo Trionfante
Ecuba e le donne offrono il Peplo a Pallade
Teseo e il centauro
Venere e Marte
La morte di Priamo
Le tre Grazie
L'originale che si trova all'Eremitage di San Pietroburgo
Leone piangente
Paolina Borghese come Venere vincitrice
Maria Luisa d’Asburgo in veste di Concordia
Maddalena penitente
Napoleone Bonaparte come Marte pacificatore
Originale che si trova alla Pinacoteca di Brera a Milano
Teseo sul Minotauro
Ercole e Lica
Monumento funerario di Clemente XIII