Caltagirone

Caltagirone è una città situata nel cuore della Sicilia sud-orientale, in provincia di Catania. È famosa in tutto il mondo per la sua tradizione ceramica, le sue chiese barocche e il suo patrimonio culturale.

La produzione di ceramiche a Caltagirone risale a più di mille anni fa, sin dall’epoca araba. Ancora oggi, la città è ricca di botteghe artigiane che realizzano piastrelle, vasi, statue e oggetti decorativi dipinti a mano.

Caltagirone fa parte del sito UNESCO del Val di Noto, che comprende diverse città barocche della Sicilia ricostruite dopo il terremoto del 1693.


Chiesa di S. Francesco d’Assisi

La chiesa fu edificata nel 1236 dal Beato Riccardo, seguace di San Francesco d’Assisi, inizialmente dedicata a San Michele Arcangelo. Dopo il devastante terremoto del 1693, fu quasi interamente ricostruita in stile barocco sui resti della struttura originaria, della quale restano tracce nella sagrestia. La facciata, su due ordini, fu completata nel 1727. Presenta tabelloni con simboli mariani, nicchie con statue, e al centro spicca la statuetta dell’Immacolata Concezione scolpita da Giovanni Travaglia nel 1627 (anche citata come 1927 in alcune fonti).

Il campanile fu completato solo nel 1852, mentre la cupola è rimasta mai terminata, un elemento visibile ancora oggi.

 

Affianca la chiesa un convento dei Frati Minori Conventuali, completato con elementi come un chiostro e cortile: conserva parti antiche, tra cui un arco gotico del XIV secolo Oggi il complesso è adibito a sede vescovile, inclusi un museo diocesano, seminario, biblioteca Pio XI e altri uffici ecclesiastici.


Ponte S. Francesco


Il Carcere Borbonico di Caltagirone

Il Carcere Borbonico di Caltagirone è oggi sede dei Musei Civici “Luigi Sturzo” (Archeologia, pinacoteca e la raccolta storica). E’ stato edificato tra il 1782 e il 1798 su incarico del Senato calatino, con il progetto dell’architetto siracusano Natale Bonaiuto. Fu costruito “a guisa di castello” per sostituire il castello distrutto dal terremoto del 1693.

L’edificio si distingue per la sua presenza imponente, arricchita da una facciata elegante caratterizzata da un ordine gigante di lesene ioniche su basamento, timpani mistilinei, bugnature e uno stemma cittadino al centro.

Rimase carcere attivo fino al 1890, quando la funzione fu trasferita al convento di San Bonaventura.

Dal 1899 fu utilizzato come Monte di Pietà, e successivamente ospitò anche l’Azienda Telefonica di Stato.

Negli anni Sessanta venne convertito in sede del Museo Civico, formalmente avviato nel 1914 grazie all’opera di don Luigi Sturzo.

 

Il complesso ha subito modifiche interne significative, con la distruzione della cappella e di una camera di tortura durante i vari utilizzi.


La Basilica Cattedrale di San Giuliano


Piazza Umberto I


Palazzo Libertini di San Marco

 

Il Palazzo Libertini di San Marco (oggi noto anche come Palazzo Spadaro Libertini).

Il palazzo è tra i più antichi di Caltagirone ed è stato ricostruito tra il 1725 e il 1732 su un impianto cinquecentesco attribuito al vescovo e diplomatico Bonaventura Secusio.

La facciata principale, sebbene incompleta, conserva eleganti decorazioni settecentesche e si affaccia su via San Bonaventura, nel cuore della città, a due passi dalla famosa scalinata di Santa Maria del Monte e dalla chiesa di San Bonaventura. Si accede tramite un androne monumentale che conduce a un cortile barocco con una splendida fontana, affiancato da ex scuderie ora trasformate in magazzini o negozi. Sul lato destro si sviluppa una scenografica scalinata in pietra di Comiso, illuminata da finestroni e finestre ad oculo, che conduce ai piani nobili.

Al piano nobile si trovano cinque spettacolari saloni: Salone del Castello (caratterizzato da mura medievali e volta a crociera), Salone degli Stemmi, Salone dei Marmi, Salone Giallo, Salone degli Specchi (o Rosso) e Salone Azzurro.

Nel 1871 il palazzo fu acquistato in parte da Michelangelo Libertini dei Baroni di San Marco, che ne fece la dimora nobiliare al piano nobile. Fu arredato con mobili francesi, damaschi, tappeti Aubusson e infissi laccati bianco e oro.

 

Oggi la dimora viene chiamata Palazzo Spadaro Libertini, ed è stata dichiarata bene monumentale di rilevante interesse artistico. Dopo un lungo restauro, è stata aperta al pubblico, utilizzabile anche come elegante location per eventi privati.



Chiesa della Circoncisione di Gesù

La Chiesa della Circoncisione di Gesù è conosciuta anche come Chiesa del Gesù, Fa parte integrante del complesso del Collegio dei Gesuiti.

La chiesa fu edificata a partire dal 1571, su impulso del Viceré di Sicilia Francesco Ferdinando d’Avalos, che suggerì al Senato del comune di Caltagirone l’istituzione del Collegio dei Gesuiti. I lavori, iniziati probabilmente nel 1571 sotto la guida dell’architetto Andrea Calamech, si conclusero nel 1593, anno in cui la chiesa fu aperta al culto, come testimoniato da un’iscrizione in marmo.

La struttura subì gravi danni durante il terremoto del 1693, che distrusse gran parte dell’edificio salvo il primo ordine. A seguito di restauri settecenteschi, fu consacrata nuovamente il 21 dicembre 1733 dal Vescovo Matteo Trigona di Siracusa.

La chiesa presenta una pianta a croce latina con navata centrale e cappelle laterali; il soffitto è a cassettoni.

Esternamente, la facciata conserva splendidi elementi originali, tra cui un monumentale portale affiancato da nicchie contenenti statue dei santi gesuiti. In alto, troviamo le statue della Madonna col Bambino, di San Giuseppe e dei Santi Pietro e Paolo, oltre allo stemma gesuitico IHS nel timpano.

Nell’area presbiteriale è presente una macchina lignea dorata che ospita la tela raffigurante la Circoncisione di Gesù, su una scenografia architettonica prospettica con lesene scanalate.

Un organo Tamburini è stato restaurato di recente e reinaugurato nel 2023, completando il restauro con una targa in ceramica commemorativa.

 

La Chiesa della Circoncisione di Gesù fa parte dei monumenti tardo‑barocchi del Val di Noto, riconosciuti dall’UNESCO, e rappresenta una tra le architetture religiose più rilevanti di Caltagirone.



La Scalinata di Santa Maria del Monte con i suoi famosi 142 gradini decorati con ceramiche policrome e con la scenografia barocca la rendono monumento simbolo della città.

E’ un capolavoro ceramico e urbano.

La scalinata fu realizzata nel 1606 per connettere la parte antica della città con quella nuova, posta più in alto. La struttura originaria, articolata in rampe intercalate da piazzette, fu coordinata dal capomastro regio Giuseppe Giacalone, con contributi delle maestranze gaginesche (bottega Gagini).

Nel 1844, l’architetto Salvatore Marino unificò le rampe originali per creare un’unica scala diritta, con pendenza più dolce, dando vita ai 142 gradini visibili oggi.

Dal 1954, ogni alzata è rivestita con piastrelle di maiolica policroma, opera della Maioliche Artigianali Caltagironesi, su progetto dell’artista Antonino Ragona.

I motivi decorativi spaziano dal X al XX secolo, ripercorrendo stili arabo, normanno, svevo, angioino-aragonese, chiaramontano, spagnolo, rinascimentale, barocco, settecentesco, ottocentesco e contemporaneo.

Si tratta di un vero e proprio museo a cielo aperto, che racconta la storia stilistica della ceramica isolana.

Eventi spettacolari:

Scala viene illuminata ogni anno, il 24 e 25 luglio (festa di San Giacomo) e il 14 e 15 agosto, con migliaia di lumini a fiamma viva (le lumere), disposte in motivi ornamentali. L’assenza di illuminazione elettrica crea un magico “fiume di fuoco”. L’idea iniziale risale al tardo Settecento — ispirazione dell’architetto Bonaiuto —, ma la scenografia fu realizzata dal frate Benedetto Papale, che per 40 anni disegnò motivi ornamentali floreali. L’allestimento richiede circa un mese, e la disposizione delle lucerne avviene in rigoroso silenzio, sotto la direzione di un capomastro, per un effetto visivo molto potente.

Scala tra maggio e giugno viene addobbata con migliaia di piantine in vaso ornano. I gradini formando disegni floreali, in onore della Madonna di Conadomini, titolare della chiesa posta in cima alla scalinata.

 

La scalinata è una delle immagini più iconiche di Caltagirone e parte integrante del sito UNESCO “Città tardo barocche del Val di Noto”.







In cima alla scalinata troviamo la chiesa di S. Maria del Monte

Chiesa di Santa Maria del Monte (nota anche come Matrice) si affaccia sulla piazzetta in cima alla celebre Scalinata.

Situata nel cuore della parte più antica di Caltagirone, in Piazza della Matrice, a circa 700 m sul livello del mare, rappresentava la chiesa madre della città, prima dell’erezione della Cattedrale di San Giuliano.

Sorse nel XII secolo e, a seguito del terremoto del 1693, fu ricostruita in stile tardo barocco nella seconda metà del Settecento, completata nel 1739 e successivamente modificata dall’architetto Francesco Battaglia dopo il crollo del campanile.

La facciata, in pietra intagliata, si sviluppa su due ordini, con un timpano curvo e delicate volute che ammorbidiscono la struttura severa. Il portale centrale è sormontato da una serliana con colonnine.

La pianta è a croce latina a tre navate, con colonne binate e volte a botte sostenute da pilastri.

La volta della navata centrale ospita affreschi ottocenteschi raffiguranti eroine bibliche—Rebecca, Abigail, Giuditta ed Ester—considerate figure prefigurative della Vergine, realizzate dai fratelli Vaccaro.

Custodisce l’antica tavola della Madonna di Conadomini, giunta in città nella prima metà del XIII secolo. Dipinta su entrambi i lati, mostra da un lato la Madonna con Bambino e, sul retro, il Cristo Risorto che emerge dal Sepolcro. La devozione verso questa immagine è particolarmente sentita durante tutto il mese di maggio.

La chiesa è inserita nel patrimonio UNESCO delle Città tardo-barocche del Val di Noto, insieme alla Scalinata e altri edifici emblematici di Caltagirone.

 

Col suo posizionamento in cima alla famosa Scalinata decorata, è parte integrante del paesaggio urbano e della simbologia della città.


Piazza della Matrice

Dipinto in ceramica, ad opera di Antonio Ragona, che rappresenta la conduzione della campana d’Altavilla a Caltagirone.


Vedute di Caltagirone dalla Piazza Matrice


Tondo Vecchio

Il Tondo Vecchio (detto anche “Old Round”) è una scenografica struttura semicircolare che funge da elegante belvedere urbano. Un gioiello urbano di Caltagirone. Questo monumento fu realizzato nella seconda metà del Settecento (intorno al 1766–1776) su progetto dell’architetto Francesco Battaglia, come elemento decorativo e funzionale lungo la nuova via – allora chiamata via Carolina, oggi via Roma – tracciata per collegare il Ponte di San Francesco all’altopiano della chiesa di Santa Maria di Gesù.

Si tratta di una esedra semicircolare, realizzata con gradoni e sedute incastonate nella pietra, ispirata alla cavea di un teatro, e affacciata verso la Valle di Ponente, offrendo un ampio panorama della campagna circostante.

Il rivestimento presenta cornici, paraste, cartigli, stemmi e una serie di epigrafi, tra cui un busto di Ferdinando III, a decorazione della struttura.

Verso la fine dell’Ottocento vi furono alcuni ritocchi a cura dell’architetto G.B. Nicastro, anche se la forma originaria a esedra fu mantenuta, con le scale laterali ancora visibili come accesso al livello rialzato.

 

Il Tondo Vecchio, pur meno celebrato di altri monumenti, è un riferimento di arredo storico e decoro urbano, un’apprezzata terrazza panoramica dove spesso si organizzano concerti o performance all’aperto.



Casa Senatoria



Corte Capitanale e chiesa del Crocifisso

La Corte Capitaniale di Caltagirone è un elegante edificio rinascimentale situato nel cuore del centro storico, all’angolo tra via Duomo e via Vittorio Emanuele. Costruito tra il 1587 e il 1601, è uno dei pochi esempi di architettura civile rinascimentale superstiti in Sicilia, nonostante i danni subiti durante il terremoto del 1693.

 

Oggi, la Corte Capitaniale è di proprietà del Comune di Caltagirone e ospita mostre temporanee e iniziative culturali. Al suo interno si trova anche l’ufficio turistico, punto di riferimento per i visitatori della città.


Palazzo della Magnolia

Chiesa di SS. Salvatore



Chiesa di San Domenico