Castello di Donnafugata
Il Castello di Donnafugata è una dimora aristocratica ottocentesca situata a pochi chilometri da Ragusa, circondata da un parco fiabesco. Ricco di storia, leggende, scenografie cinematografiche e atmosfere teatrali, offre un viaggio unico nel tempo tra architettura, natura e memoria.
Le prime strutture risalgono al XIV secolo, probabilmente opera della nobile famiglia Chiaramonte, mentre l’attuale imponente dimora è frutto di un ampio restauro ottocentesco dello stile neogotico e neoclassico, voluto dal barone Corrado Arezzo de Spuches.
Il castello copre oltre 7.500 m² distribuiti su tre piani, caratterizzati da torri laterali, logge gotiche e cantonali.
All'interno sono visibili circa una ventina di stanze visitabili tra le oltre 120 totali. Di grande fascino sono: la sala della musica, la sala degli stemmi (con 750 blasoni delle famiglie nobili siciliane), il Salone degli Specchi, il biliardo, la biblioteca con oltre 10.000 volumi, l’appartamento del vescovo, la quadreria e la camera della principessa di Navarra.
Il nome “Donnafugata” ha diverse possibili origini:
La leggendaria fuga di Bianca di Navarra dal conte Bernardo Cabrera;
Radici arabe nel toponimo Ayn al‑Ṣiḥḥat (“Fonte della Salute”), trasmesso in siciliano come Ronnafuata.
Un'interpretazione più popolare suggerisce il significato dialettale di “donna soffocata” (affucata).
Il castello sorge in un parco di circa 8 ettari, con giardino all’inglese, grotte artificiali, vialetti alberati, una elegante coffee house e un celebre labirinto ispirato a quello di Hampton Cour (il barone Corrado amava sorprendere gli ospiti con trappole meccaniche e passaggi segreti, aggiungendo un tocco di mistero e teatralità alla dimora).
Il castello ha ispirato e ospitato scene di celebri produzioni: Il Gattopardo di Luchino Visconti, la serie de Il commissario Montalbano, Kaos dei fratelli Taviani, Il racconto dei racconti di Matteo Garrone e C’era una volta Vigata.
Nel 1982 il Comune di Ragusa acquistò il castello, avviando un restauro che lo rese nuovamente accessibile al pubblico.
Vedute dal terrazzo del castello