Catania - seconda parte


Via Crociferi


Arco di San Benedetto

L’Arco di San Benedetto si trova in via Crociferi. È il punto d’ingresso sud della via, collegando la Badia Grande e la Badia Piccola del Monastero delle Benedettine.

Il Monastero di San Benedetto è stato edificato originariamente nel 1355 (anche se ci sono fonti che parlano di una fondazione iniziale già dal 1334) e si trova nel quartiere di via Crociferi. Dopo il devastante terremoto del Val di Noto del 1693, il monastero e gli edifici circostanti furono distrutti e successivamente ricostruiti in stile Barocco. L’Arco è stato costruito nel 1704 come collegamento tra la Badia Grande (parte del monastero originaria) e la Badia Piccola (un tempo separata) per permettere alle monache di attraversare la strada senza uscire nei luoghi esterni.

È un arco imponente, che sovrasta la via e costituisce un “ponte” tra due edifici del monastero. Il lato sud presenta stemmi episcopali scolpiti in pietra calcarea, e decorazioni in bassorilievi, fra i quali l’immagine di San Benedetto con putti che reggono mitria e baculo. Su un lato (verso nord) c’è una lapide epigrafica in latino che ricorda la ricostruzione dopo il terremoto del 1693, il ruolo della comunità monastica e del vescovo Andrea Riggio.

Secondo una leggenda locale, nei pressi dell’arco, nella notte, si aggira il fantasma di un cavallo senza testa. Sarebbe una diceria che i nobili avrebbero fatto circolare per scoraggiare la frequentazione notturna della via da parte di altri.

 

Sempre sull’arco, fino a poco tempo fa, c’era una tela (immagine religiosa) che rappresentava l’Immacolata e San Francesco; questa era stata messa al posto di un antico affresco con San Benedetto. Recentemente quella tela è stata tolta per restauro.


Chiesa di San Francesco Borgia


Chiesa di San Benedetto

Il Monastero di San Benedetto fu fondato nel 1334 (alcune fonti dicono 1355) da religiose benedettine, inizialmente in una zona vicina al Teatro Greco e all’Odeon, poi spostato nell’ubicazione attuale nel 1355 perché la prima era considerata poco salubre.

Il terremoto del Val di Noto del 1693 distrusse quasi tutto il complesso. Dopo di che la chiesa e il monastero furono ricostruiti tra il 1704 e il 1713.

Il prospetto venne perfezionato nel 1763.

La chiesa è di stile barocco tardo-siciliano. L’ingresso è preceduto dalla famosa Scalinata degli Angeli, uno scalone marmoreo decorato con statue di angeli.  All’interno la chiesa è affrescata da Giovanni Tuccari tra il 1726 e il 1729 con scene della vita di San Benedetto. L’altare maggiore è riccamente decorato con marmi policromi, intarsi, pietre dure, bronzi/argento nelle formelle raffiguranti l’Ultima Cena. 

 

La chiesa fa parte del complesso conventuale/badiale delle suore benedettine (Badia Grande e Badia Piccola) collegate mediante l’Arco di San Benedetto.


Collegio dei Gesuiti


Chiesa di San Giuliano



Via dei Gesuiti


Terme Romane della Rotonda

Le terme sono collocate a nord del Teatro Romano e dell’Odeon.

 

Queste terme hanno origine romana, costruite tra il I‑e II secolo d.C.  Successivamente, nel corso del III secolo d.C., vennero ampliamenti e rimaneggiamenti. Verso la fine del VI secolo d.C., l’edificio fu convertito in chiesa, con dedicazione a Santa Maria della Rotonda, in epoca bizantina.  La struttura principale che resta è una sala grande a pianta circolare inscritta in un quadrato, con copertura a grande cupola. • Attorno ci sono nicchie, vasche marmoree inserite nella muratura, canalizzazioni per adduzione e scarico dell’acqua. Ci sono ambienti come calidarium, frigidarium, saune / tepidarium che si sono aggiunti nei vari rinnovamenti. Sotto il pavimento attuale sono emersi livelli più antichi: uno di epoca tardo‑ellenistica, poi quello imperiale, poi trasformazioni successive (bizantine, medievali, fino al XVII‑XVIII secolo). Diventò chiesa chiamata Santa Maria della Rotonda. All’interno, ancora visibili tracce di affreschi quali la Madonna con Bambino e forse San Gregorio Taumaturgo.


Monastero dei Benedettini S. Nicolò l’Arena

Il monastero fu ondato dai monaci Benedettini (dell’ordine cassinese) nel 1558.

Si trova su un sito che fu più volte devastato da calamità naturali, prima dall’eruzione dell’Etna del 1669 e poi dal terremoto del 1693. Dopo queste distruzioni si avviarono i lavori di ricostruzione a partire dal 1702. La ricostruzione coinvolse vari architetti, con ampliamenti e aggiunte fino all’Ottocento. Nel 1866 con le leggi eversive lo stato confiscò il monastero. Da allora il complesso ha avuto vari usi civili (scuole, caserma, istituti). Oggi è sede del Dipartimento di Scienze Umanistiche dell’Università di Catania.

 

Il monastero è considerato uno dei complessi benedettini più grandi d’Europa, dopo quello di Mafra in Portogallo. È un ottimo esempio di integrazione architettonica fra le epoche, resti del monastero originale cinquecentesco convivono con elementi barocchi, ricostruzioni settecentesche, uso di materiali locali come il banco lavico. Ci sono almeno due chiostri principali di Ponente” o dei Marmi, e “di Levante che testimoniano le fasi diverse del monastero.







La scalinata d'ingresso