Scicli

Scicli è una splendida cittadina barocca situata nella provincia di Ragusa, nella Sicilia sud-orientale. È uno dei gioielli del cosiddetto “Barocco del Val di Noto” ed è stata dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO nel 2002 insieme ad altre città come Ragusa, Modica e Noto.

Il centro storico barocco è ricco di palazzi e chiese in stile tardo barocco, ricostruiti dopo il terremoto del 1693:

• Il Palazzo Beneventano: Considerato uno dei migliori esempi di barocco siciliano.

• La Chiesa di San Matteo: Situata in cima a una collina, è il simbolo della città. Da lì si gode anche di un panorama mozzafiato.

• Via Francesco Mormino Penna: Una delle vie principali, piena di edifici storici e spesso usata come location cinematografica.

 

La città è diventata famosa anche grazie alla serie TV Il Commissario Montalbano, tratta dai romanzi di Andrea Camilleri. Il municipio di Scicli è usato come set per il commissariato di Vigata.


La Chiesa di San Matteo Apostolo è il simbolo della città, arroccato sul colle omonimo da cui domina l’intero centro storico e offre viste spettacolari fino al mare.

Presente già nel 313 d.C., è considerata una delle chiese più antiche della Sicilia.

Ricostruita a partire dal 1704 dopo il terremoto del 1693, in stile barocco siciliano, ma mai completata secondo il progetto originale.

Fino al 1874 fu la chiesa madre (Duomo) di Scicli, ma il con il trasferimento delle funzioni alla Chiesa di Sant’Ignazio, fu abbandonata: il tetto smantellato, gli arredi rimossi, trovando rapida decadenza.

La facciata è incompiuta, su due ordini, con tre portali, lesene e colonne corinzie; il secondo ordine è caratterizzato da un grande finestrone decorato.

La chiesa è a tre navate.

La cripta e le catacombe sotto il piano della navata centrale, furono usate fino al 1884 per le sepolture cittadine.

Attualmente la chiesa è solitamente chiusa, visitabile solo occasionalmente in eventi come le Giornate FAI o visite guidate locali.

È vista come la “madre spirituale” di Scicli e nel colle si conserva la cappella che ospitò il Beato Guglielmo Buccheri, eremita locale morto nel 1404.

 

Anche se priva di funzione liturgica, è usata per eventi culturali, concerti e installazioni artistiche durante festività e manifestazioni.




Complesso di Santa Maria della Croce (detto anche Convento della Croce).

Il complesso, posto in cima al Colle della Croce, fu fondato alla fine del XV o inizio del XVI secolo (anno 1528 inciso su un cartiglio accanto alla chiesa) dai Frati Minori (Terzo Ordine Francescano) con il sostegno dell’Università di Scicli e dei Conti di Modica.

È composto da una chiesa, un convento, un oratorio (dedicato alla Madonna di Sion) e due cortili trapezoidali. Venne risparmiato dal terremoto del 1693, ma subi rimaneggiamenti successivi.

Dopo l’Unità d’Italia fu privatizzato, per poi essere espropriato e restaurato dalla Regione Siciliana negli anni ’90 con circa 3 milioni di euro impiegati in due fasi.

La Chiesa di stile tardo‐gotico ha una facciata con colonne tortili, due archi (uno a tutto sesto e uno acuto) e lo stemma dei Conti.

L’interno è sobrio ad una navata con abside semicircolare e volta a botte, integrato con stucchi settecenteschi.

L’Oratorio della Madonna di Sion ha un vano di circa 30 mq, risalente alla seconda metà del XV secolo. Prospetto semplice con semicolonne e arco trilobato sovrastato da una croce. Conservava affreschi quattro‐cinquecenteschi oggi staccati e restaurati (esposti nella chiesa di Santa Teresa).

IL Convento si sviluppa attorno a due chiostri trapezoidali che si affacciano sulla vallata (Cava di San Bartolomeo), come una fortezza naturale.

 

L’edificio integra resti medievali tardo‐gotici con interventi barocchi e neoclassici successivi.



Chiesa Madre di San Guglielmo in Sant’Ignazio

Chiesa Madre di San Guglielmo (ex Chiesa di Sant’Ignazio) di Scicli, situata in Piazza Italia, nel cuore del centro storico barocco.

Originariamente fu costruita dai Gesuiti a partire dal 1648 e dedicata a Sant’Ignazio di Loyola. Danneggiata dal terremoto del 1693, fu ricostruita completando la facciata nel 1751 (la data è ancora visibile).

Nel 1874 sostituì la Chiesa di San Matteo come chiesa madre della città. Nel 1986 assunse il titolo extra-liturgico di Chiesa di San Guglielmo Eremita, patrono cittadino.

Oggi svolge funzioni religiose e civili, trovando all’interno anche eventi e celebrazioni legate a San Guglielmo e alla “Madonna delle Milizie”.

Ha una facciata barocca a due ordini, movimentata da lesene, statue (San Luigi Gonzaga, Sant’Antonio, Sant’Ignazio e San Saverio) e un grande orologio civico incastonato nel secondo ordine. È stata arricchita da timpani mistilinei e due torri campanarie laterali. L’edificio del collegio è stato demolito negli anni ’60 per far posto a una scuola.

L’interno è a tre navate, con pilastri, semicolonne e pareti decorate in stile sobrio ma elegante. Ha un pulpito ligneo settecentesco di scuola gesuita. La volta affrescata con dipinti di Bartolomeo Militello (sec. XX) .

All’interno si trovano tesori Artistici e Reliquie:

• Altare centrale in marmo policromo, proveniente dalla demolita Chiesa di Santa Maria La Piazza.

• Le Reliquie di San Guglielmo custodite in un’urna argentea nella navata di sinistra.

• La Madonna delle Milizie, unica Vergine guerriera nella cristianità, in cartapesta su cavallo bianco con spada, è posta in una delle cappelle: protagonista della sacra rappresentazione in piazza.

 

Festa tradizionale della Madonna delle Milizie si svolge in piazza alla fine di maggio. 









Palazzo Beneventano

È un autentico capolavoro del barocco siciliano, considerato uno dei più scenografici e originali palazzi civili della regione.

 Ricostruito dopo il devastante terremoto del 1693, è sorto su un sito quattrocentesco appartenente inizialmente alla famiglia Arezzo prima di passare ai Beneventano nel XVIII secolo.

La famiglia Beneventano, di origine siracusana e modicana, acquistò il palazzo intorno al 1750‑60 e lo arricchì con decorazioni barocche imponenti.

 

Riconosciuto come elemento chiave del patrimonio UNESCO per la sua espressività barocca urbana che integra la Scicli antica e settecentesca.




Via Francesco Mormino Penna

Via Francesco Mormino (–o–) Penna è la strada simbolo di Scicli: un capolavoro urbanistico barocco, lunga poco più di 250 metri, selciata in pietra locale color oro e fiancheggiata da chiese, palazzi nobiliari e caffè.  La cartolina perfetta del Val di Noto.

Il suo tracciato parte da Piazza Municipio, davanti al Palazzo di Città (ex monastero delle Benedettine), procede in lieve discesa verso ovest e funge da asse scenografico tra vicoli e spazi aperti.

Nel 2002 è stata dichiarata Patrimonio UNESCO, per la “concezione urbanistica barocca dove spazio, luce ed armonia costituiscono un unico insieme di coinvolgente fascino e stupore”.

Lungo la via si incontrano, da est verso ovest:

1. Palazzo del Municipio – Realizzato tra il 1902 06 in stile eclettico, ospita la celebre “Stanza di Montalbano” e il palco della musica.

2. Chiesa di San Giovanni Evangelista – Barocco tardo 1700, con facciata concava-convessa e l’originale “Cristo in gonnella”.

3. Antica Farmacia Cartia – Un gioiello liberty, oggi museo con arredi originali, location de Il Commissario Montalbano.

4. Palazzo Spadaro – Sontuoso edificio del XVIII secolo, con balconi a petto d’oca e interni ricchi di fascino.

5. Chiesa di San Michele Arcangelo – Ricostruita nel XVIII secolo su progetto di Michelangelo Alessi e Giuseppe Fama Buzzi.

6. Palazzo Beneventano, Palazzo Bonelli Patanè, e altri palazzi neoclassici e liberty completano la sequenza barocca.

7. Chiesa di Santa Teresa – Tolta al culto e trasformata in spazio culturale, con ornamenti Rococò.

È la via della movida e del turismo, frequentatissima e spesso set della fiction Il Commissario Montalbano.

È dedicata a Francesco Mormino Penna.

 

È il cuore pedonale e scenografico di Scicli, un “teatro di pietra” barocco a cielo aperto.


Il Palazzo del Municipio di Scicli è uno degli edifici più rappresentativi della città, situato all’inizio di via Francesco Mormino Penna, proprio di fronte a Piazza Municipio. Costruito tra il 1902 e il 1906, sorge nel luogo dove un tempo si trovava il Monastero delle Benedettine, annesso alla Chiesa di San Giovanni Evangelista.

Il palazzo presenta uno stile eclettico neorinascimentale, caratterizzato da linee orizzontali di bugnato liscio, lesene e semicolonne su alti piedistalli, e un aggettante cornicione. Le aperture al piano terra sono semplici finestre, mentre al primo piano si trovano bifore di tipo rinascimentale. Al centro della facciata si trova il portone d’ingresso, preceduto da una scalinata formata da sette gradini.

 

Il Palazzo del Municipio è diventato celebre grazie alla serie televisiva “Il Commissario Montalbano”, dove funge da “Commissariato di Vigata”. L’ufficio del sindaco, situato al primo piano, è stato utilizzato come “Ufficio del Questore di Montelusa” nella fiction.



Chiesa di San Michele Arcangelo

La Chiesa di San Michele Arcangelo è uno dei monumenti più significativi del barocco siciliano e rappresenta un punto di riferimento nel centro storico della città. Situata lungo via Francesco Mormino Penna, questa chiesa è parte integrante del patrimonio architettonico che ha contribuito al riconoscimento di Scicli come sito UNESCO. La chiesa è tra le più antiche della città, sebbene sia stata completamente ricostruita dopo il terremoto del Val di Noto del 1693. I lavori di riedificazione iniziarono nella seconda metà del XVIII secolo, sotto la direzione dell’architetto modicano Michelangelo Alessi, e si conclusero nel 1750 circa, con l’intervento dell’architetto palermitano Giuseppe Fama Buzzi. Il prospetto della chiesa presenta una facciata a tre ordini con una conformazione convessa, arricchita da coppie di colonne con capitelli corinzi. Il primo ordine include un portale sormontato da uno scudo coronato con cuore trafitto e conchiglia. Il secondo ordine mostra al centro un finestrone arricchito da ghirlande floreali e chiuso da una gelosia in ferro battuto. Il terzo ordine presenta dei ripiani laterali decorati da grate, con al centro la cella campanaria. La facciata si chiude con una decorazione con sfera e croce in ferro battuto. L’interno della chiesa è caratterizzato da un impianto ad aula ellittica, preceduta da un endonartece biabsidato e da un’abside semicilindrica. 



Chiesa di Santa Teresa d’Avila e l’antico convento delle Carmelitane Scalze

Originariamente intitolata a Santa Chiara, era annessa a un convento carmelitano fondato nel 1660; la clausura fu introdotta nel 1673. Distrutta dal terremoto del 1693, fu ricostruita tra fine Seicento e primo Settecento su progetto di Girolamo Iacitano, con finiture interne completate tra 1755 e 1762 da Pietro Cultraro.

Sconsacrata nel 1950, fu ceduta dal vescovo al Comune negli anni Sessanta. Dopo restauri, dal 2008 è utilizzata come spazio espositivo, sala per conferenze o concerti.

Ha una facciata rettangolare semplice, caratterizzata da paraste tuscaniche e loggiato superiore ad arco triplo, su cui poggia una piccola cella campanaria a due livelli. Il portale è sormontato da una finestra quadrilobata, con rosone e motivi floreali incisi.

L’Interno è ad aula rettangolare a navata unica, preceduta da un ampio nartex ed ha quattro cappelle laterali.

 

All’interno si conservano affreschi cinquecenteschi, distaccati da oratorio e conventi storici (Santa Maria della Croce, Cappuccini), con soggetti come la Madonna della Catena, ex voto in volgare siciliano e la “Messa di papa Gregorio”.



Il Palazzo Spadaro

Il Palazzo Spadaro è una storica residenza nobiliare situata in via Francesco Mormino Penna, nel cuore del centro storico di Scicli (RG). Costruito a più riprese nel XVIII secolo dalla famiglia Spadaro, originaria di Modica, l’edificio rappresenta uno dei migliori esempi di architettura barocca siciliana e oggi ospita una pinacoteca comunale.

 

Il palazzo si sviluppa su due piani e segue l’andamento curvilineo della strada, adattandosi armoniosamente all’ambiente urbano. La facciata è caratterizzata da otto balconi con inferriate convesse in ferro battuto, decorate con motivi rococò a motivi geometrici e floreali. Il portone principale, situato di fronte alla Chiesa di San Michele Arcangelo, presenta il simbolo della famiglia.



Chiesa di San Giovanni Evangelista

Chiesa di San Giovanni Evangelista, un gioiello del barocco nel cuore della città.

Fondata prima del 1300 come sede della “Confraternita dei Nobili Bianchi”, passò poi ai Benedettini che vi costruirono un monastero adiacente.

Distrutta dal terremoto del 1693, fu ricostruita dal 1760 al 1765, con interventi di Fra’ Alberto Maria di San Giovanni Battista e probabilmente di Vincenzo Sinatra; gli stucchi furono affidati a Giovanni Gianforma nel 1776 e le decorazioni interne furono completate nel 1854.

Dal 1918 è stata trasformata in un Pantheon cittadino, accogliendo i resti di molti caduti sciclitani nelle due guerre mondiali.

Oggi è chiesa ufficiale del Comune: qui si tengono cerimonie pubbliche e civili.

La facciata è concavo-convessa a tre ordini (Ionico – Corinzio – Composito), con scalinata sinuosa, nicchie laterali e una ringhiera (“gelosia”) in ferro battuto per le Benedettine. Un timpano spezzato riporta la data 1803. La pietra calcarea chiara enfatizza le forme barocche con reminiscenze borrominiane, simili a San Carlo alle Quattro Fontane a Roma.

L’interno è a pianta ovale e cupola. Un endonartece d’ingresso apre su navata centrale, seguita da abside semicircolare. Gli stucchi e le dorature, in stile neoclassico ottocentesco, creano un ambiente raccolto e luminoso.

Ha un organo a canne del 1841, opera di Salvatore Andronico Battaglia da Palermo.

Qui si trova il Cristo in gonnella (o Cristo di Burgos).

 

Gioiello barocco affiancato al Municipio, valorizza la via Mormino Penna, cuore del centro storico UNESCO.




La Chiesa del Carmine e l’annesso Convento dei Padri Carmelitani,

La Chiesa del Carmine e l’annesso Convento dei Padri Carmelitani, situati in Piazza Busacca, formano uno dei complessi più rilevanti dell’architettura trompe-l’œil rococò del tardo Barocco ibleo.

Il convento, di origini medievali (XIV secolo), era inizialmente associato alla chiesa di San Giacomo Interciso e alla Madonna Annunziata. Entrambi vennero distrutti dal terremoto del 1693 e ricostruiti nel XVIII secolo: la chiesa tra 1751 e 1769, il convento tra 1775 e 1778, entrambi su progetto del frate-carmelitano Fra Alberto Maria di San Giovanni Battista.

La chiesa presenta una facciata a tre ordini in stile rococò, scandita da lesene con capitelli compositi, un portale decorato, un grande finestrone e sette statue tra cui la Madonna del Carmine.

Accanto sorge il convento, con portici al piano terra, botteghe e un piano superiore con balcone, ringhiera in ferro battuto e decorazione con la Croce dei Cavalieri di Malta.

Al centro del complesso si apre un chiostro settecentesco, ora parzialmente modificato, ma con logge e statue in nicchie originali.

 

L’interno è a una navata, preceduta da nartece con coro, termina con abside semicircolare.



La Chiesa di Santa Maria della Consolazione

La Chiesa di Santa Maria della Consolazione (nota anche come “la Consolazione” o in dialetto “’U Cunsulu”) è un vero gioiello barocco arroccato presso l’ingresso della Cava di Santa Maria la Nova, lungo via Dolomiti a Scicli. Edificata su un preesistente tempio trecentesco dedicato a San Tommaso Apostolo, la chiesa attuale risale al Seicento, con riedificazioni successive dopo il sisma del 1693. Il titolo “Patrona Civitatis” inciso sulla facciata fu concesso da Filippo IV nel 1645, a testimonianza della devozione popolare alla Vergine della Consolazione. Sorprendente la tradizione funeraria: attorno fu un tempo luogo di sepolture; durante lavori nel 2008‑10, furono ritrovate salme mummificate (tra cui la celebre “Regina dei Mori”) sotto il pavimento, poi ricoperte nella cripta. La facciata si compone di due ordini: il primo con portale centrale incorniciato da lesene tuscaniche; il secondo, più decorato, presenta quattro lesene composite attorno a una finestra-balcone sotto un timpano. Il campanile è isolato), sormontato da una cuspide maiolicata colorata. A destra si apre un portale gotico originale, proveniente dalla chiesa quattrocentesca di San Tommaso, scolpito con bassorilievi della vita e martirio del santo. L’interno è a tre navate.