Vizzini
Vizzini è la città natale di Giovanni Verga, uno dei padri del Verismo. Il borgo e i suoi edifici, come il Palazzo Trao, la Casa di Mastro Don Gesualdo o la Cunziria, sono ambienti reali delle sue opere più amate: “Mastro Don Gesualdo”, “Cavalleria Rusticana”, “La Lupa”, “Storia di una capinera” .
Il centro ospita il Museo dell’Immaginario Verghiano (Casa della memoria e delle arti), con percorsi e ambientazioni che richiamano la vita e le ambientazioni descritte dallo scrittore.
La Piazza Umberto I, cuore del paese, ospita il Palazzo di Città, il palazzo Verga e una caratteristica scalinata decorata con maioliche dedicata al letterato Lucio Marineo Siculo.
A Vizzini varie chiese:
Duomo di San Gregorio Magno: con portale gotico-catalano, stucchi decorativi e soffitto ligneo.
Basilica di San Giovanni Battista: barocco-rococò con trittico di Minniti.
Santa Maria di Gesù che è stata ricostruita dopo il terremoto del 1693, con statue e opere barocche.
Altri luoghi d’interesse sono relativi a varie chiese (Sant’Agata, Santa Lucia con convento, San Sebastiano, Santa Teresa) e ad antiquati palazzi nobiliari (La Gurna, Sganci, Rubiera, Trao, Casa di Mastro Don Gesualdo) che arricchiscono il centro storico.
La Salita Lucio Marineo
La Salita Lucio Marineo (spesso chiamata anche “a scalazza”) decorata con maioliche vivaci si trova in Piazza Umberto I, ad angolo con Via Lombarda, appoggiata a una delle fiancate del palazzo municipale. Completamente ristrutturata nel 1996 su progetto dell’architetto Giuseppe Ventura. Ogni gradino è realizzato in pietra basaltica locale smaltata, decorata a mano con motivi geometrici o floreali e medaglioni raffiguranti scorci della città di Vizzini. L'effetto richiama la celebre Scala di Santa Maria del Monte a Caltagirone.
La scalinata prende il nome da Lucio Marineo Siculo, illustre umanista, storico e poeta, originario di Vizzini (circa 1444–1445).
La scalinata è teatro della tradizionale processione dell’Addolorata. La statua della Vergine si ferma per circa un’ora sui gradini, diventando scenario di una “sfida” tra due fazioni locali storiche (“Vitisi” e “San Giuannisi”) che si contendono la vicinanza alla statua stessa.
Osteria della gna Nunzia
Osteria chiamata di Mamma Lucia (gna Nunzia o semplicemente Nunzia). E’ la mamma di Turioddu ed è la proprietaria del locale. In questo locale si svolgono alcune scene della novella di Giovanni Verga, La Cavalleria Rusticana, opera lirica di Pietro Mascagni.
Questa scena avviene nell’osteria di Mamma Lucia (gna Nunzia o semplicemente Nunzia), madre di Turiddu. E’ il luogo dove Turiddu e Alfio si scambiano il "bacio della sfida" e il "morso all'orecchio", un gesto che simboleggia la promessa di vendetta e il duello imminente.
Alfio e Turiddu si abbracciano. Turiddu morde l'orecchio destro di Alfio.
ALFIO
Compare Turiddu, avete morso a buono...
(con intenzione)
C'intenderemo bene, a quel che pare!
TURIDDU
Compar Alfio! lo so che il torto è mio:
e ve lo giuro nel nome di dio
che al par d'un cane mi farei sgozzar,
ma... s'io non vivo, resta abbandonata...
povera Santa!... lei che mi s'è data...
(con impeto)
Vi saprò in core il ferro mio piantar!
ALFIO
Compare, fate come più vi piace;
io v'aspetto qui fuori dietro l'orto.
Giovanni Verga - La Cavalleria rusticana – Melodramma in un atto – scena decima – Opera lirica di Pietro Mmascagni